Il pane ha sempre svolto un ruolo cruciale nella pesca sportiva e con il pane più o meno tutti abbiamo iniziato a muovere i primi passi, che si trattasse di fiume o di mare. Negli anni, grazie allo sviluppo del settore agonistico, dalle pasture a base di pane semplice si è passati a quelle moderne, che ne contengono ancora una certa quantità ma in una forma tale da ridurre il rischio di overfeeding e, soprattutto, in associazione ad altri ingredienti dall’alto potere attrattivo e/o stimolante ma dallo scarso valore nutrizionale; questo, ovviamente, con il fine di mantenere alta l’attrattiva della pastura evitando però di saziare precocemente i pesci. Lo scopo dell’agonista è tuttavia ben diverso da quello del pescatore sportivo ricreativo. Il primo finalizza la sua azione di pesca ad ottenere sempre il massimo, puntando a numeri elevati di pesci per vincere una gara. Il secondo vive la sessione con maggior relax accontentandosi, se così si può dire, di qualche buona cattura. Su questo ci concentreremo: la riscoperta del pane come sinonimo di semplicità ed efficacia, un vecchio modo di pescare che grazie alle tecniche più moderne acquisisce il sapore di novità.
Cefalo calamita (Liza ramada).
Il pane come pastura
Il pane svolge questa funzione molto bene e si presta a numerose preparazioni diverse. Chi ha una certa età, vi è cresciuto e via ha pescato per molto tempo lo sa benissimo. In questo articolo ci concentreremo tuttavia solo su particolari approcci oltre che su preparazioni e inneschi moderni altrimenti la trattazione sarebbe così lunga da non poterla esporre in maniera esaustiva in una sola pagina.
Utilizzeremo dunque un solo tipo di pane, quello da sandwich. Il pane da sandwich, conosciuto anche pane americano (da non confondersi con il pancarré o pane da toast che è più secco) è caratterizzato da una crosta sottile e dorata che ricopre una mollica bianca abbonante, dotata di una discreta umidità e molto morbida. Lo conosciamo con molti nomi commerciali tra cui il noto Pan Bauletto (Bianco).
Preparazione del pane da sandwich.
Da questa tipologia di pane bianco si ricava quello che i pescatori d’oltremanica chiamano “liquidised bread” (pane frullato). Si tratta di un preparato molto soffice che ben si presta ad essere utilizzato come pastura all’interno di feeder open-end e ad essere compresso sui classici method feeders. Vediamo come.
Dalle fette di pane bianco da sandwich si tolgono le croste (che non getteremo in quanto possono essere comunque utilizzate in seguito). La mollica viene finemente frullata e poi riposta in un sacchetto da frigo ben chiuso (chiusura ermetica) perché non si perda l’umidità che comunque potrà essere eventualmente ripristinata o aggiustata di grado sul luogo di pesca con un nebulizzatore (utilizzando in preferenza acqua del posto).
Mollica di pane bianco frullata (con un comune frullatore).
Qualche crosta e qualche fetta intera di pane saranno messi da parte e lasciati a disposizione per gli inneschi che potranno essere realizzati a punzone (punched bread) o grazie a bait bands di diametro generoso.
Il liquidised bread è una pastura estremamente soffice e in grado di formare in acqua una nuvola bianca dissolvendosi rapidamente. Ovviamente si presta a vari livelli di compressione risultando, se vogliamo, anche piuttosto compatta e tenace, cosa che allunga i tempi di idratazione. Benché si dimostri dunque adattabile a vari scenari, da il meglio di sé in condizioni di corrente lenta o assente e su fondali poco profondi dove, con l’utilizzo di un feeder a gabbia con maglie piuttosto larghe, rilascia rapidamente particelle molto piccole in un area relativamente vasta, dalla superficie al fondo.
Come si presenta il liquidised bread dopo esser stato caricato in un cage feeder.
Parliamo quindi di feeder medio-leggero, il che non significa che le prede debbano essere necessariamente piccole, anzi, a seconda dello spot la taglia dei pesci è decisamente interessante. Il pane è un’esca generica e come tale in grado di attrarre quasi tutte le specie. In mare è una pesca che richiama alla mente i cefali ma lo spettro si estende a praticamente tutti gli sparidi insidiabili da riva (saraghi, orate, salpe, occhiate, boghe e tanute) con una frequenza che risponde ovviamente alla loro presenza relativa allo spot. Non è diverso nel tratto di foce e in fiume dove, oltre ai cefali il pane è gradito praticamente a tutti i ciprinidi, risultando, specie in inverno, una delle esche assolutamente da tenere in primaria considerazione.
Inneschi
Del pane da sandwich si innesca tutto, senza spreco: mollica e croste. Si possono poi confezionare sia inneschi morbidi che molto compressi, come vie di mezzo che presentino una porzione che si idrata più velocemente (gonfiandosi con rapidità) ed una più tenace di maggior durata sull’amo. Dal punto di vista “strutturale” l’innesco può essere ad amo libero, tipicamente l’hair rig, con amo incluso e tramite banda elastica (bait band).
L’hair rig si realizza su ami ad occhiello ed in questo caso il capello (la parte eccedente del nodo cui si connette l’esca) fa uso di un quick/speed stop.
Realizzazione dell’hair rig con quick/speed stop. Si passa il capo libero del terminale nell’occhiello (da dietro in avanti) e vi si lega lo stopperino plastico. Si prosegue realizzando il nodo senza nodo. Si fanno diverse spire non tanto per la tenuta del nodo ma quanto per irrigidire ed allineare il capello al gambo dell’amo.
L’innesco avviene tramite ago. Montiamo lo stopperino sulla punta dell’ago ed andiamo ad inserire (forare) uno o più dischi di pane. Ovviamente a seconda di quanti dischi intendiamo innescare il capello dell’hair rig sarà più o meno lungo. Consiglio dunque di preparare diversi terminali con capelli di varia lunghezza in modo da poterli velocemente sostituire in base alle esigenze di innesco.
Hair rigged bread. Innesco dei dischi di pane con quick/speed stop.
Particolare importanza assume la compressione dei dischi di pane e a questo scopo la siringa è fondamentale in quanto la compressione viene effettuata tra dita (che chiudono l’apertura) e stantuffo. A seconda della compressione l’innesco avrà diversa consistenza e assorbirà acqua più o meno velocemente. Questo incide sia sulla presentazione, che sulla durata, che sulla resistenza all’attacco dei piccoli pesci.
Si possono così confezionare inneschi morbidi, che assorbendo acqua rapidamente si gonfiano, come inneschi particolarmente duri.
Il “boccone del prete”. Tra un disco di pane e l’altro, all’interno della siringa, si può inserire un booster (additivo aromatico liquido) in piccola quantità. Con la compressione dei dischi l’aroma verrà assorbito dal pane. In mare possiamo utilizzare additivi all’aglio, al formaggio, alla sarda o al krill. In fiume si possono utilizzare anche additivi dolci, molto graditi alle carpe.
Benché il pane sia già di per sé un’esca eccellente è importante sottolineare come si presti anche ad essere facilmente aromatizzato, aspetto di particolare interesse nelle giornate più difficili, specialmente in inverno, quando una marcia in più può essere richiesta per convincere i pesci più apatici. Il consiglio è di provare ad introdurre, tra i dischi di pane in siringa, una piccola quota di attrattore liquido (meglio se in forma di gel). Lo definisco scherzosamente “il boccone del prete”. Una volta compresso tra stantuffo e dita l’attrattore si distribuisce in tutta la mollica colorando e aromatizzando l’intero boccone. Provatelo.
Altro innesco micidiale, specie su fondali soffici o in presenza di alghe ed erba, è quello pop-up. Il pane è di per sé leggero avendo un peso pressoché neutro una volta idratato ma possiamo renderlo galleggiante inserendo alla base del boccone un piccolo pezzo di boilie popup.
Hair rigged bread pop-up.
Quello pop-up è un’innesco semplice da realizzare ma abbastanza complesso da presentare. Questi inneschi vanno prima testati (es. in un recipiente di vetro sufficientemente alto e largo) in modo da individuare il peso necessario da applicare sotto all’amo (sul terminale) perché il boccone si disponga sospeso in verticale ma il resto del finale risulti ben ancorato e sdraiato sul fondo. Possiamo utilizzare un classico pallino di piombo spaccato, del peso adeguato, che peraltro risulta facilmente spostabile consentendoci di variare l’altezza cui lavorerà il boccone.
Hair rigged bread pop-up una volta in acqua. Il boccone risulta sospeso in verticale e l’amo si trova sotto.
L’innesco con bait band è voluminoso e per pesci dall’apparato buccale importante In commercio si trovano le “mega bait band” ma potete tranquillamente utilizzare degli anelli ricavati da un semplice laccio emostatico. Si tratta, utilizzando il laccio, di appuntare l’anello sull’amo per poi, allargandolo con le dita, alloggiarvi all’interno il boccone. A seconda della compressione esercitata sul boccone si può determinarne la consistenza, il tempo di idratazione ed in sostanza la durata in acqua che, anche in presenza di pesci di disturbo, può arrivare a superare abbondantemente i cinque minuti.
Tramite mega bait band possiamo innescare anche le parti più esterne del pane, comprese le croste che avevamo scartato durante la preparazione del liquidised bread (a patto che contengano però almeno una quota di mollica).
In ultimo prendiamo in considerazione l’innesco diretto sull’amo. I dischi di pane ben si prestano ad essere innescati anche direttamente e questa è la scelta che si utilizza pescando a fondo per lo più in mare o, in qualsiasi ambiente, nella pesca al colpo. In genere gli inneschi diretti tendono a determinare allamate più profonde per il semplice fatto che l’amo è incluso nel boccone mentre nell’hair rig è esterno, in superficie ed in posizione arretrata (a monte del boccone per intenderci). Un punto di vista tutto personale il mio, ma se posso dare un consiglio, pescando a fondo anche in mare, vi invito a insistere con l’hair rig. Passate all’innesco diretto se proprio è necessario.
Un pesce di buona taglia entrato in pastura non spilluzzica e se giudica invitante un bel boccone non si fa pregare. Con l’hair rig l’allamata è spesso a livello delle labbra carnose con diversi vantaggi: il terminale non finisce tra i denti (che i pesci di mare hanno), l’amo non viene schiacciato tra le placche ossee (vedi orata) e se dovete rilasciare il pesce non fate troppo danno. Poi in acqua il pane si gonfia e l’amo difficilmente risulta visibile (ammesso che possa essere un problema).
Innesco diretto dei dischi di pane.
Una nota sull’innesco diretto del punched bread riguarda il “becco di flauto”. Nella pesca a fondo (legering e feeder) per il pane il problema principale è la tenuta, mentre d’altro canto tanto più è soffice e gonfio, tanto più risulta catturante. Su ami di buone dimensioni il compromesso migliore si trova schiacciando (comprimendo) la metà del disco su cui l’amo viene appuntato e lasciando più soffice (meno compressa) l’altra metà. In questo modo si aumenta la tenuta senza sacrificare la morbidezza (esterna) del boccone che una volta in acqua assume, più o meno, la forma di un ventaglio.
Particolare dell’innesco “a becco di flauto” o “a ventaglio”.
La mollica del pane da sandwich si può innescare direttamente sull’amo anche senza realizzare dischi. Si tratta di un innesco, il fiocco di pane, che si utilizza prevalentemente nella pesca al colpo ma che può essere usato anche nella pesca a legering/feeder. Per aumentare la tenuta è sufficiente comprimere tra le dita la piccola porzione di pane dove inseriremo l’amo mentre la restante parte di fiocco viene lasciata morbida. Una soluzione da mettere in campo qualora le altre, più resistenti, non risultassero catturanti, specie in inverno ed in assenza di pesci di disturbo. Si tratta di un innesco da approccio piuttosto leggero sulla medio-corta distanza e molto gradito anche da pesci particolarmente diffidenti.
Innesco del fiocco di pane. La porzione in cui si inserisce l’amo viene leggermente schiacciata tra le dita per aumentarne la tenuta mentre la parte più periferica si lascia morbida.
Tecniche ed azione di pesca
Tutti gli inneschi che abbiamo visto possono essere utilizzati nella pesca a legering/feeder. I dischi di pane e i fiocchi possono inoltre essere innescati su ami più piccoli e risultare estremamente efficaci anche nella pesca al colpo.
Il pane da sandwich è dunque una validissima alternativa al pane francese (le classiche trecce commerciali) quando si intendono insidiare i cefali a bolognese come varie specie di ciprinidi in acqua dolce. In questi casi una vecchia e mai tramontata pastura si fa con il pane raffermo ben bagnato, strizzato e sminuzzato cui si aggiunge pan grattato e/o farina gialla cruda a formare un impasto facilmente comprimibile in bocce che a seconda del tipo di pesca che intendiamo fare risultino più o meno tendenti ad aprirsi durante la discesa oppure raggiungano intatte il fondo per poi rilasciare lentamente piccole particelle solo a questo livello. Sono approcci diversi a seconda che la pesca avvenga in mare o in fiume cui per adesso possiamo solo dedicare un cenno.
I bocconi di pane da innescare sugli ami di piccole dimensioni si ricavano utilizzando siringhe di diametro ridotto (es. una siringa da insulina). Sono ottimi per la pesca al colpo.
Nel feeder, come detto prima, tra le possibili soluzioni quella più semplice è l’approccio medio-leggero con pasturatori a gabbia. Benché il liquidised bread sia piuttosto valido anche a method, (risultando facilmente comprimibile sul pasturatore) il mio consiglio è di optare per il feeder classico e se dovessi suggerire una montatura, tra le tante utilizzabili, sceglierei il rig ad elicottero (helicopter rig). Perché? Innanzitutto si tratta di una montatura che può essere realizzata sia a terminale corto (con esca che lavora in prossimità della pastura, più o meno come accade con il method) che lungo (utile in caso di corrente), entrambi rapidamente intercambiabili. Poi l’heli rig ha un ottimo comportamento durante il lancio e sa adattarsi a qualsiasi fondale, sia soffice che duro.
Una giovane carpa di bella taglia catturata a feeder con il pane.