Elba Fishing Blog
Pesca sportiva in mare e in acqua dolce. Tecniche, attrezzature, esperienze.

Come sondare a piombo nel legering e nel feeder

Tem­po di let­tura: 5 minu­ti

Chi conosce bene uno spot sa dove far giun­gere il pro­prio appa­ra­to pes­cante con pre­ci­sione per mas­simiz­zare i risul­tati e assi­cu­rar­si una più effi­cace azione di pesca. Vale per ogni tec­ni­ca, nes­suna esclusa. Vi sono zone pulite e zone più a ris­chio di incaglio, aree sab­biose, fan­gose e roc­ciose, dis­tese di alghe e di piante, scogli di tremoli­na (roc­ce con ser­pu­li­di), pun­ti a mag­gior e minor pro­fon­dità e, infine, quel­li che ren­dono e quel­li che non ren­dono. In poche parole se hai fat­to tut­to bene ma poi sbagli dove lan­cia­re, l’esca non lavo­ra come dovrebbe o peg­gio anco­ra non ci sono pesci ed ecco che rimani a fis­sare il quiver per ore nel­l’at­te­sa del­la man­gia­ta che non arriverà mai.
Per questo moti­vo ogni nuo­vo spot va sonda­to e tes­ta­to, met­ten­do in con­to una cer­ta perdi­ta di tem­po; tem­po che non è real­mente per­so ma piut­tosto ded­i­ca­to alla conoscen­za.

1. La profondità

A meno che non si voglia la mas­si­ma pre­ci­sione (in tal caso dovrem­mo effet­tuare un plumb­ing vero e pro­prio) la pro­fon­dità di una zona si può sti­mare mis­uran­do il tem­po di affon­da­men­to di un piom­bo. La legge di Stokes descrive la veloc­ità lim­ite di cadu­ta di una sfera imm­er­sa in un liq­ui­do.

Legge di stokes

Non stare­mo qui a pub­bli­care i vari pas­sag­gi né a fare pre­cisazioni acca­d­e­miche, basti dire che i dati nec­es­sari sono la den­sità del­la sfera (piom­bo), il suo rag­gio, la den­sità del­l’ac­qua a 20°C, la sua vis­cosità e l’ac­cel­er­azione grav­i­tazionale. I risul­tati, rifer­i­ti ad un piom­bo sferi­co di 40 gram­mi, indi­cano una veloc­ità di affon­da­men­to di cir­ca 2 metri al sec­on­do. Questo in con­dizioni ide­ali. Ovvi­a­mente vi sono numerose “per­tur­bazioni” dovute alla trai­et­to­ria di lan­cio, alla dif­fer­ente vis­cosità del­l’ac­qua (si pen­si ai mate­ri­ali in sospen­sione nei fiu­mi), alla cor­rente e via dicen­do. Se volete diver­tirvi a fare dei cal­coli potete uti­liz­zare uno dei tan­ti cal­co­la­tori online (es. omni­cal­cu­la­tor).
Anche il con­teg­gio dei sec­on­di incide con notevoli dif­feren­ze a sec­on­da che si uti­lizzi un cronometro o lo si fac­cia a voce (es. un gat­to… due gat­ti… tre gat­ti…). Ma, inten­di­amo­ci, a noi non inter­es­sa conoscere esat­ta­mente la pro­fon­dità quan­to sti­mar­la: non peschi­amo al colpo (in quel caso avrem­mo usato un altro meto­do) ma a leg­ering e sul fon­do. Piut­tosto a noi inter­es­sa avere un’idea del­la pro­fon­dità media, conoscere la pre­sen­za di buche e zone soll­e­vate abbas­tan­za pro­nun­ci­ate e, in base a queste infor­mazioni, fare delle scelte.

Una sem­plice son­da sfer­i­ca da 40 gr.

Sonda 40 gr legering

Dunque in prat­i­ca è suf­fi­ciente appli­care una son­da sfer­i­ca alla lenza ed effet­tuare una serie di lan­ci mis­uran­do il tem­po di affon­da­men­to in una cer­ta zona e nelle aree vicine per “map­pare” la pro­fon­dità. Il più delle volte su una stes­sa lin­ea di pesca tro­ver­e­mo una pro­fon­dità abbas­tan­za uni­forme ma può cap­itare che vi siano strut­ture nat­u­rali o arti­fi­ciali che si soll­e­vano dal fon­do per una cer­ta esten­sione, come anche avval­la­men­ti dif­fusi di cui è bene ten­er con­to.

2. La natura del fondale

Oltre alla pro­fon­dità è fon­da­men­tale sapere anche dove sti­amo pes­can­do. Par­liamo del­la mor­folo­gia e delle carat­ter­is­tiche del fon­dale che inci­dono enorme­mente sia sul­la pre­sen­za, sia sul­la tipolo­gia di pesci che sulle mon­tature più idonee. Se il sis­tema pes­cante finisce in una pra­te­ria di posi­do­nia, oppure feed­er ed esca spro­fon­dano sot­to uno spes­so stra­to di foglie morte o limo o anche finis­cono tra roc­ce con incagli ad ogni lan­cio; gli sce­nari sono moltepli­ci e pos­sono influen­zare in maniera notev­ole sui risul­tati di una ses­sione di pesca.

Fon­dale duro a trat­ti ciot­toloso.

Fondale duro

È abbas­tan­za ovvio che nel­la pesca a fon­do l’esca deve essere a por­ta­ta di pesce e nel­la pesca a feed­er la pas­tu­razione deve pot­er­si svol­gere in con­dizioni otti­mali per pot­er richia­mare e con­cen­trare le prede. Ma non bas­ta. Pos­sono esser­ci dei veri e pro­pri deser­ti, zone in cui non si incaglia neanche volen­do ma il pesce non gira poiché l’habi­tat è povero di nutri­men­to per via di un fon­dale pres­soché ster­ile o addirit­tura inospi­tale. Capi­ta sia in mare che in acqua dolce.
Qui dovete ampli­are la conoscen­za com­bi­nan­do le infor­mazioni ottenute son­dan­do con l’es­pe­rien­za poiché i fon­dali che han­no carat­ter­is­tiche sim­ili (roc­ciosi, ciot­tolosi, sab­biosi, limac­ciosi, ecc.) non è det­to che siano tut­ti ugual­mente pro­dut­tivi.
Tipi­ca­mente la tipolo­gia di fon­do si per­cepisce da come il piom­bo toc­ca il fon­do (tenen­do del­i­cata­mente la lenza tra le dita) e per trasci­na­men­to del piom­bo con la can­na tenu­ta in oriz­zon­tale, recu­peran­do lenza e muoven­do la vet­ta lat­eral­mente.

  • Il piom­bo toc­ca il fon­do in modo net­to, viene ver­so di noi in maniera uni­forme e sen­za resisten­za: Si trat­ta prob­a­bil­mente di un fon­dale duro pri­vo di alghe impor­tan­ti, erba o foglie morte.
  • Il piom­bo toc­ca il fon­do in modo dolce, viene ver­so di noi in maniera uni­forme e con una cer­ta resisten­za: Si trat­ta di un fon­dale mor­bido. La resisten­za può essere dovu­ta ad argilla (pochissi­ma resisten­za), sab­bia (poca resisten­za) oppure fango/limo (mag­gior resisten­za, anche notev­ole).
  • Il piom­bo toc­ca il fon­do in modo dolce e viene ver­so di noi in maniera non uni­forme: Si trat­ta di un fon­dale con pre­sen­za mas­s­ic­cia di alghe, erba o foglie morte (es. di posi­do­nia). In questo caso il piom­bo sem­bra attac­car­si a trat­ti per poi lib­er­ar­si (scivola­men­to a saltel­li ma sen­za incagliar­si mai del tut­to). Alghe, erba e foglie non di rado riman­gono sul filo e sul piom­bo indi­can­do più chiara­mente la cos­ti­tuzione del fon­do.
  • Il piom­bo toc­ca il fon­do in modo net­to e viene ver­so di noi in maniera non uni­forme: Si trat­ta di un fon­dale ciot­toloso e il piom­bo fa una serie di saltel­li ad ele­va­ta fre­quen­za sen­za che si avver­ta par­ti­co­lare resisten­za (dipende dal­la dimen­sione dei ciot­toli).

E’ una ques­tione di sen­si­bil­ità e occhio (alla vet­ta), ma l’idea che ne deri­va è sovente abbas­tan­za affid­abile.

Con­siglio

Più rigi­da è la can­na meglio si avvertono le carat­ter­is­tiche del fon­dale per trasci­na­men­to del piom­bo. In ques­ta fase è meglio appli­care alla can­na il quiver meno sen­si­bile (es. strong).

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3. L’esperienza

Per quan­to si cer­chi di descri­vere a parole la sen­sazione che da un cer­to fon­dale ci sono molte vari­abili (percezione per­son­ale, tipo di filo, tipo di can­na, tipo di piom­bo, ecc.) che pos­sono influire sul suo riconosci­men­to. In altre parole, al di là delle linee gui­da gen­er­ali, molto si basa sul­l’es­pe­rien­za. Le prime volte con­viene son­dare fon­dali ben conosciu­ti se non addirit­tura vis­i­bili a vista come ad esem­pio il gradi­no di risac­ca di una spi­ag­gia ciot­tolosa o sab­biosa (per capire qual’è la sen­sazione che da quel par­ti­co­lare tipo di fon­dale). Così facen­do, di vol­ta in vol­ta, ren­di­amo più affid­abile e accu­ra­ta la nos­tra capac­ità di riconoscere la natu­ra del fon­do e sare­mo in gra­do di inter­pre­tarne le carat­ter­is­tiche quan­do si affron­ter­an­no nuovi spot.

4. La precisione

Per con­clud­ere, che sen­so ha son­dare e leg­gere il fon­dale se poi andi­amo a lan­cia­re in una zona diver­sa da quel­la che abbi­amo ritenu­to ide­ale? La pre­ci­sione è dunque fon­da­men­tale, nel feed­er sen­za ombra di dub­bio ma sot­to questo aspet­to in qual­si­asi dis­ci­plina di pesca a fon­do. A volte la zona che abbi­amo scel­to per calare le nos­tre esche è ristret­ta e bas­ta spostar­si di qualche metro per ottenere risul­tati anche molto diver­si.

Anel­lo elas­ti­co in bobi­na.

distance clip

Serve dunque pre­ci­sione sia nel son­dare che, suc­ces­si­va­mente, nel pescare. Ne abbi­amo già par­la­to e con­siglia­to qualche meto­do (line clip, anel­lo elas­ti­co, nodo di stop, line mark­er). Indipen­den­te­mente da quale usi­ate l’im­por­tante è che non sot­to­va­lu­ti­ate questo aspet­to: se volete ottenere i migliori risul­tati, niente può essere las­ci­a­to al caso. Poi la for­tu­na farà il suo cor­so, ma con il minor mar­gine pos­si­bile.

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