Con tutta la letteratura a disposizione di certo questa serie di post non ambisce al premio di guida definitiva. Né potrebbe riconoscendo ad altri — non pochi — il ruolo di veri esperti del settore. Fatta questa doverosa premessa posso dedicare con una certa serenità un po’ di tempo e spazio ad una delle tecniche che preferisco e lo farò seguendo un filo logico probabilmente molto personale. Ma, alla fine, è ciò che ci si aspetta da un blog. Un punto di vista. È legering dunque, ma anche un modo di intenderlo, senza la pretesa di saper tutto ed aver ragione su tutto. Il che sarebbe alquanto sciocco, togliendo peraltro la parte più bella della pesca, che sta proprio nello scoprire ogni giorno sempre qualcosa di nuovo, che non conoscevamo o che ci era sfuggito.
Cosa significa pesca a legering
Volendo dare una risposta secca e diretta potremmo dire che con il termine legering (o ledgering) si va ad indicare la generica pesca a fondo. Un insieme di tecniche che quindi si contrappone all’altra grande famiglia di discipline che è quella della pesca al colpo. Da una parte abbiamo dunque un’esca che viene presentata in maniera statica grazie ad una zavorra che la tiene ben ancorata sul fondale (anche se poi vedremo che nel legering non è sempre così), dall’altra un’esca sospesa o comunque la cui posizione è determinata da un elemento che galleggia sulla superficie dell’acqua. È diverso anche il sistema di segnalazione delle abboccate, la vetta della canna o il filo nel legering, il galleggiante nella pesca al colpo.
Nel famoso libro “A Book on Angling – Being a complete treatise on the art of angling in every branch” (prima ed. 1867) Francis Francis descrive la montatura da legering in questo modo: “Il ledger (leger) è costituito da un piombo forato, di solito a forma di proiettile e di discrete dimensioni oppure da un piombo piatto a forma di losanga (se la corrente è così forte da far rotolare il primo); la lenza è libera di scorrevi all’interno e un pallino è fissato sulla lenza, circa due piedi a monte dell’amo, per evitare che il piombo finisca per scivolare in basso”.
Questo è lo schema della montatura (che ho ridisegnato sulla base di quella presente nel libro per farvela vedere meglio).
Noterete la somiglianza con le classiche montature da fondo dei nostri nonni ma anche con le moderne montature inline (in linea) utilizzate da molti agonisti di oggi. Su questo ci torneremo.
Come detto all’inizio il legering è sì una pesca a fondo ma nel tempo si è evoluta e perfezionata dando vita a tante discipline, in alcuni casi nettamente distinte o comunque facilmente distinguibili, tanto che a ciascuna di esse è stato poi attribuito un nome ben preciso.
A volte il termine crea un po’ di confusione e l’esempio forse più calzante è quello relativo al beach ledgering, che è stretto parente più del surfcasting che del classico legering di origine anglosassone. Sono tutte discipline di pesca a fondo ma le condizioni, la tecnica, gli spot e le attrezzature sono completamente diversi.
Molti pescatori non amano porre troppi paletti e imprigionare il legering dentro confini ben definiti — e parliamo anche di personaggi autorevoli — tuttavia se da un verso pur hanno validissimi argomenti a supporto della loro posizione dall’altro si finisce facilmente per fare di tutta l’erba un fascio generando confusione in coloro che per la prima volta si affacciano a questo stile di pesca.
Un tentativo (per quanto incompleto e non inclusivo di tutte le varianti) di classificare il legering per meglio evidenziare le differenze tra le varie tipologie di pesca a fondo sebbene in diversi casi i margini risultino abbastanza sfumati e vi possa essere un certo grado di sovrapposizione.
Tipi di legering | ||||
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Legering classico | Straight lead / Bomb fishing | |||
Link leger | ||||
Swimfeeder | ||||
Method/pellet feeder | ||||
Legering specialistico | Carp fishing | |||
Barbel fishing | ||||
Surfcasting | ||||
Beach ledgering | ||||
Rock fishing |
Fermo restando che le classificazioni sono spesso personali, per orientarsi è comunque necessario avere dei punti di riferimento. Il legering classico di origine anglosassone, come trattato in molti libri storici (praticamente tutti) e in svariate riviste d’oltremanica, è una tecnica assolutamente ben codificata che nasce in acqua dolce e trova qui la sua massima espressione e sviluppo. Un approccio orientato da sempre alla precisione e per lo più alla leggerezza, che quasi nella totalità dei casi si associa alla pasturazione, divenuta nel tempo una vera e propria arte. Ed è proprio da questa associazione e dalla necessità di portare la pastura esattamente laddove si colloca l’esca, nelle sue immediate vicinanze, che nasce il feeder.
A sinistra un cage feeder (pasturatore a gabbia), conosciuto anche come groundbait feeder.
A destra un piombo a forma di bomba o proiettile (bomb lead). Nel legering viene usata un’ampia gamma di piombi e feeders anche molto diversi a seconda del tipo di approccio e della tipologia di pastura utilizzata.
Il feeder è dunque una forma di legering in cui il piombo viene sostituito con un pasturatore. L’intuizione e la storia dei bigodini la conoscerete tutti ma indipendentemente da come sia nata l’idea il pasturatore ha senz’altro rivoluzionato l’approccio. Fate tuttavia attenzione: il feeder non ha superato il legering classico (straight lead, bomb fishing, link legering), piuttosto ha iniziato un percorso che viaggia su due binari paralleli. Legering classico e feeder, piombo e pasturatore, sono le due facce di una stessa medaglia e non di rado due approcci che vengono messi in campo in una medesima sessione di pesca.
Come si pesca a legering
Questa domanda ha tante risposte ma senza ombra di dubbio la migliore è: con la giusta attrezzatura. E non pensate che sia poi così banale, perché se ne vedono di tutti i colori. Innanzitutto deve essere chiara la distinzione tra legering classico e specialistico. Le discipline che si sono specializzate nella pesca a fondo di particolari specie o in particolari condizioni (due esempi tipici sono il carpfishing ed il surfcasting) fanno uso di attrezzature specifiche tanto che nel parlare comune non ci si riferisce più ad esse con il termine di legering.
Oggi ancora più che in passato per legering come disciplina — e non come definizione generica — si intende un approccio ben distinto che può essere praticato sia con il pasturatore (feeder fishing) che con il solo piombo (straight lead fishing).
A seconda del tipo di pasturatore la pesca a feeder può prendere anche nomi diversi (es. method feeder fishing, pellet feeder fishing, ecc.) come a seconda del tipo di piombo (es. bomb fishing, link legering).
In ogni caso la canna da legering/feeder è a innesti, di varie misure ed è una canna specifica. Nella stragrande maggioranza dei casi è una quivertip nel senso che monta diverse vette (2–3) a differente sensibilità (misurata in once) dette appunto quiver-tip (tradotto alla lettera “punte che tremano” a richiamare il tremolio classico di molte mangiate e a distinguerle dagli swing-tip che le hanno precedute).
Un esempio di canna da legering/feeder in tre pezzi e dotata di tre quiver-tip.
Le vette di una canna da legering sono l’equivalente di un galleggiante per chi pesca al colpo. Rappresentano il segnalatore di abboccata ed ogni loro movimento ha un preciso significato, come l’affondare o lo starare appunto di un galleggiante. Vengono scelte in base a molti fattori (pesce, condizioni ambientali, setup della lenza, ecc.) e con grande attenzione.
Ne viene che la canna sbagliata, con le vette sbagliate, porta ad un approccio sbagliato. Senza se e senza ma. Il paragone tra vetta e galleggiante è certamente il migliore per comprendere l’importanza dei quiver e allo stesso tempo l’essenza più profonda del legering classico.
I quiver-tip di diversa sensibilità sono paragonabili a galleggianti diversi.
Immaginate, pescando al colpo, di voler insidiare un pesce che richiede un approccio molto leggero. Utilizzereste quindi ami piccoli, fili sottili, galleggianti molto sensibili, di bassa portata e chiaramente una canna adatta, che vi consenta di lanciare perfettamente e di ammortizzare le fughe del pesce per non gravare troppo su lenza e terminale.
Lo stesso vale nel legering. Dovreste dunque utilizzare la canna giusta e la vetta (quiver) idonea per visualizzare anche le tocche più delicate.
È ovvio che quando le condizioni sono tali da richiedere un approccio più strong vale il ragionamento opposto andando pian piano a far prevalere la potenza sulla sensibilità. Se ciò vi è ben chiaro il resto sono quasi dettagli.
Quando e perché pescare a legering
Un tempo in campo agonistico ma non solo (parliamo circa della metà del secolo scorso) il legering rappresentava per lo più un’alternativa alla pesca al colpo da prendere in considerazione laddove le condizioni rendessero molto difficile se non addirittura praticamente impossibile pescare con il galleggiante. Le prime canne furono delle float/match rod “rimaneggiate” cui veniva applicata una vetta più resistente. Poi vennero le canne più moderne e specifiche, dapprima con gli swing-tip ed infine con i quiver-tip.
Lo Swing Tip (vetta oscillante) oggi non viene quasi più utilizzato. La posizione di riposo era con l’anello apicale rivolto verso il basso. Con la mangiata e la messa in tensione del filo la vetta, grazie alla porzione flessibile, veniva sollevata posizionandosi quasi parallela alla superficie dell’acqua.
Senza annoiarvi con troppa storia e nomi, benché alcuni divenuti vere e proprie leggende della pesca a legering, quel che mi preme sottolineare sin da subito è il legame — almeno dal mio punto di vista — che esiste tra legering classico e pesca al colpo. Un legame ben più forte di quello che questa disciplina presenta con altre tecniche di pesca a fondo che pur vantano un’origine comune.
Dunque la risposta al perché e al quando pescare a legering è straordinariamente semplice se vista in quest’ottica. Feeder, bomb fishing, bolognese e inglese sono tecniche che stanno tra loro in un rapporto di continuità. È il momento, sono le condizioni che fanno preferire l’una all’altra.
Il concetto di legering classico come una disciplina in rapporto di continuità con la pesca al colpo.
Molti dei pesci con cui ci confrontiamo sia in mare che in acqua dolce mangiano in prossimità del fondo. A questo livello possiamo insidiarli anche con il galleggiante ma non è detto che la presentazione dell’esca ed il suo rapporto con la pasturazione risultino sempre ottimali. Talvolta le prede preferiscono collocarsi a distanze non raggiungibili con la canna fissa o la bolognese e pur potendo optare per l’approccio all’inglese (con i bodied wagglers per intenderci) la distanza può rendere la lettura delle mangiate (affondare o starare dell’antenna) un vero e proprio problema in certi contesti. Per farla breve ci sono insomma momenti e condizioni in cui si rende chiaramente evidente che l’approccio a legering ha una marcia in più se non addirittura rivelarsi irrinunciabile.
Dove pescare a legering
Dunque, se si escludono quei posti in cui necessariamente occorre pescare sollevati dal fondo, in tutti gli altri il legering — nelle sue molteplici forme — consente di catturare pesci e di farlo in maniera straordinariamente efficace. Sia in acqua dolce che in mare, che si tratti di un fiume, di un canale, di un lago, di un porto, di una scogliera o di una spiaggia. Che si tratti di affrontare acque profonde come molto basse, dal sotto riva fino alla medio-lunga distanza.
Ci sono tuttavia, come in tutte le discipline, delle limitazioni. Il legering classico per quanto appena detto è una pesca che si basa principalmente sulla lettura dei movimenti del quiver, una pesca molto dinamica e al pari di quella al colpo legata spesso ad una forma di pasturazione, che sia questa manuale o affidata alla presenza di un pasturatore. Non è una generica pesca a fondo, non è surfcasting o carpfishing, che sono tecniche specialistiche e che si svolgono in contesti specifici, con attrezzature e approcci altrettanto specifici. Non che nel legering classico non vi sia specificità, intendiamoci. Vedremo come ogni diverso approccio (dal feeder al link legering) giovi di attrezzature particolari. Tuttavia tra loro il livello di similitudine è comunque maggiore rispetto a quello con le discipline specialistiche. Insomma non si pesca a feeder con una canna da carpfishing o da surfcasting e viceversa.
A legering si può pescare dalla spiaggia o si può impostare la sessione alla ricerca di carpe, intendiamoci, ma lo si fa in maniera differente. È proprio un’altra filosofia, un altro stile.
Vi faccio questi esempi — e continuo ad insistere su questi concetti — perché troppo spesso mi sento fare domande che evidenziano non poca confusione a riguardo. Per lo più sono pescatori di mare, abituati ad un certo tipo di pesca a fondo che con la diffusione del feeder hanno dato vita a chimere, approcci misti difficilmente inquadrabili nell’una o l’altra tecnica.
Nella pesca non c’è niente di sbagliato quando si prendono pesci ed ognuno è libero di far ciò che vuole, di sperimentare, ci mancherebbe. Però non chiamiamo pesca a feeder un pasturatore lanciato a cento metri nel mare mosso e lasciato morire lì per mezz’ora. E, perdonatemi se vi sembro demodé, ma sono allergico alla batteria di canne posizionate in attesa che la vetta si incurvi e parta la frizione. Chi fa così pesca a fondo e non a legering come tecnica in sé, o almeno non per come la intendo io e per quella che è la sua tradizione. Peschereste mai con due bolognesi contemporaneamente? No, ecco, e allora non potete farlo a legering.
A legering potete pescare praticamente ovunque possiate praticare il vero legering, con la sua attrezzatura e le sue regole. Dove possiate agire con precisione, giovare di un approccio dinamico e sempre orientato alla massima leggerezza possibile, pasturare e leggere i movimenti della vetta come si trattasse di un libro che vi racconta cosa sta accadendo sott’acqua, quali pesci sono interessati alla vostra esca e alla vostra pastura.
Il resto è un’altra storia.