Prima di iniziare a parlare di tecnica occorre fare il punto sull’uso del pellet in mare. Il pellet non è concettualmente diverso da un cubetto di formaggio o qualsiasi altra esca semidura. Si tratta di elementi estranei all’ambiente marino, cioè non naturalmente presenti, ma che esercitano capacità attrattiva nei confronti dei pesci in virtù delle proprietà organolettiche e del fatto che rappresentano un nutrimento ricco di costituenti importanti (carboidrati, oli, proteine, ecc.). Spesso si sostiene che il pellet rende meglio in spot prossimi ad impianti di itticoltura per via dell’occasionale fuga di pesci abituati a cibarsene, tuttavia ciò non significa che il suo utilizzo sia limitato a questi contesti. Vedremo infatti come in spot “selvaggi”, tipicamente le scogliere naturali lontane da detti impianti, porti, foci e canali, il pellet se ben dosato e utilizzato possa risultare un’esca a dir poco micidiale.
Tipologia di pellet
In questo particolare metodo di pesca con il waggler si utilizzano pellet duri alla farina di pesce di diametro che va dai 4 agli 8 mm. I diametri minori sono destinati alla pasturazione mentre quelli maggiori all’innesco. Se peschiamo con il pellet da 6 mm pasturiamo con quello da 4 mm, se invece inneschiamo il pellet da 8 mm pasturiamo con quello da 6 mm.
In genere la “coppia” è 6–8 tuttavia in certi casi può essere necessario scendere a 4–6. Più il pellet è piccolo e più scende lentamente verso il fondo e la coppia 4–6 consente di pescare più agevolmente in calata ed utilizzare ami di minor dimensioni, come anche diametri di terminale più sottili. Ovviamente un tale approccio comporta un’aumentata probabilità di allamare prede minori, cosa più difficile quando l’esca è rappresentata da un generoso 8 mm che si abbina ad un amo più grande.
I tre diametri di pellet utilizzati: 8, 6 e 4 mm. In alcuni pellet le misure sono puramente indicative e possono esservi variazioni di diametro anche visibili ad occhio.
Esiste una varietà molto nutrita di pellet e sinceramente in ambiente naturale non vi è una differenza netta ed inequivocabile tra questo e quel pellet. Risultati abbastanza sovrapponibili si ottengono utilizzando sia i comuni pellet da allevamento come i pellet “da pesca” delle varie aziende. Non che siano tutti uguali, intendiamoci, ma i pellet duri (a sfaldamento molto lungo) alla farina di pesce più o meno presentano una capacità attrattiva simile e se da un parte si può obiettare che il rilascio degli oli e delle altre sostanze può variare da pellet a pellet, l’uso in pastura di un mix di pellet duri e pre-idratati di solito bilancia la situazione.
Dove, quando e perché
A volte sento dire che “il pellet non funziona” e sinceramente non ne comprendo appieno il motivo. Ho mosso i miei primi passi con il pellet in scogliera naturale, in spot lontani da porti e assolutamente selvaggi. Spot in cui i pesci non avevano mai visto un pellet in tutta la loro vita ed i risultati sono stai immediati. In fondo, consistenza a parte, non vi è differenza con una pastella e se lanciati sotto sponda i pellet attirano la classica nuvola di minutaglia come una qualsiasi pastura. Perché allora non dovrebbero funzionare? Credo che molti giudizi negativi siano dovuti ad una scarsa costanza o forse ad un errato utilizzo, due fattori che potenzialmente potrebbero mettere in cattiva luce qualsiasi esca. Dunque la risposta al “dove” è “ovunque”, la risposta al “quando” è “sempre” e quella al “perché” è: perché funzionano.
Pellet e scogliera naturale è un binomio che può dare molte soddisfazioni.
La mia preferenza è senza ombra di dubbio la scogliera naturale, meta di pascolo di grufolatori come saraghi e orate e di pesci di mezz’acqua come spigole e occhiate nonché di qualche occasionale tanuta e gargia d’oro. Tutte prede che rispondono bene al pellet e vivono in acque pulite. Benché il pellet funzioni bene tutto l’anno diviene per me l’esca da preferire nella bella stagione, quando l’acqua si fa più calda e la minutaglia più attiva, tanto da rendere quasi impossibile la pesca con altre esche più facilmente aggredibili, bigattino su tutte. Se ben innescato un bel pellet da 8 mm ha una tenuta notevole e quindi maggiori chance di interessare una preda di taglia mentre quelle più piccole sono intente a divorare le particelle di minor diametro che si utilizzano come pastura.
Attrezzatura
La pesca a pellet waggler in mare si effettua con le classiche canne inglesi in tre pezzi nella misura 15 piedi. Si possono utilizzare anche le 14 piedi ma 30 cm in più possono essere importanti se si pesca con la lenza fissa. Si abbinano a mulinelli di taglia 3000–4000 imbobinati con un filo da inglese della misura 0.18 mm. Si può salire allo 0.20 ma se non vi sono particolari necessità di lancio lo 0.18 è da preferire. Per i terminali invece, considerando che peschiamo al colpo e non a fondo, occorre stare abbastanza bassi. Di solito il range ottimale è tra lo 0.12 (per i pellets da 6 mm ed ami più piccoli) e lo 0.145 (per i pellets da 8 mm ed ami più grandi). Quando parliamo di 0.12 possiamo affidarci al nylon (più elastico e con maggior resistenza al nodo) mentre salendo di misura è preferibile un fluorine o un fluorocarbon.
Match rod in tre pezzi da 15 piedi e mulinello taglia 3000–4000 imbobinato con lo 0.18 affondante (sinking) da inglese.
A differenza della pesca che si pratica nelle fisheries in cui i pellet wagglers rappresentano galleggianti un po’ particolari per spot, condizioni e pesci altrettanto particolari, qui si utilizzano anche gli waggler classici come pure gli ovetti piombati (con attacco basale stile inglese) qualora vi fosse un po’ d’onda e non sia richiesto pescare a distanza. Gli ovetti sono galleggianti estremamente stabili benché poco sensibili tuttavia le mangiate sul pellet da 8 mm sono decise e non è richiesta particolare rapidità nella ferrata. Anzi talvolta il fatto che il galleggiante sia poco sensibile è un vantaggio poiché può accadere che pesci di piccola taglia mordano il pellet di lato senza allamarsi e ciò provoca falsi positivi (affondamento dei galleggianti più sensibili).
Straight waggler, bodied waggler, ovetto (bottom only) e pellet waggler.
La scelta dell’uno o dell’altro galleggiante dipende dalle esigenze, dalle condizioni di pesca e dal metodo (montatura fissa o scorrevole). Gli straight a penna sono i galleggianti più sensibili e si utilizzano con il mare ad olio su corta e media distanza oltre che profondità non superiori alla lunghezza della canna meno un metro. Vanno bene sia per la pesca con il pellet da 8 mm che da 6 mm. Gli straight con bulbo sono galleggianti sempre sensibili da media-lunga distanza oppure da pesca con lo scorrevole (quelli regolabili). Gli ovetti sono tipicamente da mare mosso e montatura fissa, utili anche quando è richiesta minor sensibilità. I pellet waggler sono un’opzione interessante quando si pesca senza piombo, con montatura fissa dal basso fondale fino alla profondità “canna meno un metro”. Hanno il pregio, rispetto agli straight a penna, di essere più stabili (se leggermente sottotarati) e visibili in quanto di diametro maggiore.
Montature
La più classica e semplice delle montature da pellet waggler è quella senza piombo che chiaramente è di tipo fisso e viene utilizzata in due scenari ben precisi: pesca su medio-basso fondale (fino a 3,5 m utilizzando una canna da 15 piedi) oppure pesca a mezz’acqua su fondali superiori. La pesca a mezz’acqua è una scelta ben precisa e mirata prevalentemente alla cattura di pesci che occupano solitamente questo livello, spigola in primis. Occorre tuttavia considerare sempre un aspetto della pesca a mezz’acqua: il pellet non consumato si deposita sul fondo. Ciò significa che con il procedere della sessione i pesci potrebbero concentrarsi in profondità e conviene strutturare la montatura in modo tale da poter passare rapidamente ad uno scorrevole così da verificare anche la risposta a livello del fondale.
La spigola si cattura quasi esclusivamente in calata o a mezz’acqua.
Per la pesca a mezz’acqua è dunque consigliabile utilizzare un waggler con un margine di almeno due o tre grammi sulla taratura (+2, +3) e bloccarlo con tutto il peso a valle e il classico sistema di stop scorrevole a monte (microperlina più nodo di stop). In questo modo per verificare la presenza di pesci sul fondo basta spostare il nodo di stop e regolare la profondità di pesca di conseguenza.
Tre montature base: pesca fino a 3,5 metri, pesca a mezz’acqua e pesca con lo scorrevole.
La stessa montatura scorrevole si presta poi alla pesca sul fondo quando la profondità supera la lunghezza della canna (meno un metro). Va ricordato che il pellet da 8 mm non è un bigattino ed ha un peso discreto dunque aggiungere pallini in piombatura attiva (sotto il bulk grande per intenderci) non è strettamente necessario. Lasciare lungo e libero il terminale garantisce peraltro un effetto “calata” dal punto in cui si colloca il bulk fino al fondo. Le presentazioni sono comunque dipendenti da molti fattori e le lenze che qui presentiamo hanno pur sempre un valore indicativo.
Il sarago maggiore è tra le prede più frequenti nella pesca a pellet waggler con lo scorrevole.
Azione di pesca
Tutto ruota intorno alle caratteristiche particolari dei pellet che li posizionano a metà tra gli elementi sfusi (es. i bigattini) e le pasture sfarinate (groundbaits). A differenza dei bigattini l’attrazione è prevalentemente (se non esclusivamente) di tipo organolettico ma a differenza degli sfarinati la diffusione degli attraenti e la disgregazione sono molto lunghe. I pellet sono dunque altamente nutrienti, rappresentano del cibo solido e bisogna tenerne conto. Sappiamo poi che la risposta alla pasturazione con elementi solidi sfusi è sempre più lenta rispetto agli sfarinati, ma per i pellet è più rapida che con i bigattini. Ne viene che la chiave della pesca con il pellet è la corretta gestione della pasturazione che non deve mai essere estrema (in eccesso o in difetto). C’è poi differenza a seconda che la pesca sia orientata a pesci di fondo o di mezz’acqua.
- Nella pesca diretta sul fondo si possono inizialmente adoperare bocce di pastura classica le quali accelerano non di poco il richiamo delle prede, seguite poi dal lancio continuo di pochi pellet per volta di diametro più grande o di piccole bocce (quanto una noce) di pellet precedentemente inumiditi e poi compressi nel palmo della mano (un po’ come se dovessimo applicarli sul method feeder) qualora ci si trovi di fronte a profondità discrete. Lo scopo è ovviamente quello di portare pastura e pellet velocemente sul fondo.
- Nella pesca a mezz’acqua gli sfarinati poco idratai e compressi possono essere utili a formare la “nuvola” che attira inizialmente la minutaglia e genera una concentrazione di piccoli pesci. Non sono il nostro target ma occupano lo spazio nella parte più alta della colonna d’acqua e la loro frenesia incuriosisce eventuali predatori di mezz’acqua come le spigole e le grosse occhiate. Segue poi una pasturazione con pellet di piccolo diametro (4 mm) che calano lentamente. L’esca (quasi sempre un generoso pellet da 8 mm) deve trovarsi in mezzo alla “pioggia” dei pellet in discesa.
I pellet utilizzati in pastura possono essere sia secchi (duri, come da confezione) che pre-idratati. Lavorano in modo diverso in quanto quelli secchi durano di più e rilasciano aromi più lentamente dei pre-idratati che sono più morbidi. I pre-idratati sono inoltre comprimibili in bocce. La scelta dell’uno o dell’altro tipo dipende dalla stagione, dalla riposta dei pesci e dal tipo di approccio.
Pre-idratazione leggera. Indicativamente si utilizza un volume di liquido pari ad un terzo o un quarto del volume in pellet (a seconda della tipologia e delle caratteristiche).
La “pre-idratazione leggera” prevede un uso di acqua (addizionata o meno con altri attrattori liquidi) equilibrato, che possa cioè essere assorbito completamente dai pellet senza risultare in ecesso. Questo, rispetto alla idratazione classica, evita la dispersione delle sostanze attraenti (non si scolano i pellet) e genera particelle più morbide (semidure), utilizzabili sia come elemento sfuso ma anche, eventualmente, comprimibili in piccole bocce.
La quantità di liquido necessario varia a seconda del pellet ma indicativamente è intorno a 1/3 o 1/4 del volume (es. 1 pinta di pellet ed 1/3 o 1/4 di pinta d’acqua). È consigliabile aggiungere l’acqua la sera prima e comunque, in base al pellet utilizzato, tenere i pellet nel contenitore quanto basta perché le particelle si idratino completamente, risultino semidure, friabili ma non bagnate in superficie e ben separate l’una dall’altra. È inoltre consigliabile scuotere periodicamente il contenitore e capovolgerlo per evitare che i pellet in basso si idratino più di quelli in superficie.
Il pellet pre-idratato aumenta di volume ed è molto più friabile. Nella pesca con lo scorrevole si può facilmente comprimere a formare piccole bocce.
Il pellet pre-idratato lo si utilizza in pastura sia da solo che eventualmente in mix con quello duro (come da confezione). Il mix ha lo scopo di fornire particelle che rilasciano aromi in tempi diversi, che hanno una consistenza, un volume ed un colore differente. Il pellet pre-idratato viene lanciato a mano o a fionda come elementi sfusi (loosefeed) ma nella pesca con lo scorrevole si presta bene anche alla compressione in piccole bocce nelle quali si può includere anche una quantità di pellet duro.
Relativamente all’innesco consiglio di utilizzare un classico hair rig corto con bait band in quanto offre più possibilità di presentazione rispetto agli anellini a doppio foro potendo sia inserire l’amo tra bait band e pellet che lasciare il pellet più libero e distante dall’amo.
Classico hair rig con bait band inclusa in microasola.
Si tratta semplicemente di includere la bait band all’interno di una microasola e di legare l’amo ad occhiello con il nodo senza nodo (knotless knot). In mare pescando al colpo è consigliabile tenere amo e pellet molto vicini e “vincolati” l’un l’altro in considerazione del fatto che i pesci non aspirano ma mordono l’esca. Il sistema più pratico è di far passare l’amo al di sotto della bait band in modo da posizionare la curvatura tra questa ed il pellet.
Per tenere l’amo aderente al pellet è sufficiente farlo passare tra esca e bait band.
Questa tipologia di innesco nella maggior parte dei casi produce allamate a livello del labbro e comunque nella parte più superficiale della bocca in quanto l’amo è alla periferia dell’esca e non al suo interno. Un aspetto non di poco conto sia per quanto concerne il rischio di abrasione del filo da parte dei denti sia in ottica del rilascio della preda.
Nella pesca con il galleggiante fisso (sia in calata sul fondo che a mezz’acqua) è importante pasturare con continuità offrendo pochi pellet ma ad alta frequenza (di solito 4–5 pellets prima del lancio, 4–5 pellets subito dopo e poi 4–5 ogni circa 60 secondi). Nella pesca con lo scorrevole dobbiamo considerare che la calata su profondità discrete è comunque abbastanza lenta e i pellets di piccole dimensioni andrebbero compattati leggermente (come detto sopra a proposito della pre-idratazione) in modo tale che la boccia scenda rapidamente ma si apra circa a mezz’acqua. Ciò significa regolare sia l’idratazione che la compressione in modo molto attento poiché se la boccia si apre subito è come aver pasturato a elementi sfusi, d’altro canto se rimane troppo compressa rischia di non dissolversi (ricordiamoci che i pellets non sono uno sfarinato) mentre è ottimale che da mezz’acqua in poi gli elementi si separino.
Scusami la domanda ma se al posto dei pellet si usassero i croccantini per gatti?
I croccantini per gatti galleggiano e sono dunque, per questo comportamento, assimilabili a dei pop-up. Ne risentono la dinamica della lenza e la presentazione, che in questo caso richiede un’esca affondante (come appunto i pellet indicati).
Per il fatto che sono pop-up poi non potresti pasturarci dato che la tua esca sarebbe spinta comunque sul fondo dalla lenza e quelli in pastura rimarrebbero in superficie.
I croccantini per gatti poi, una volta che si idratano, perdono troppo di consistenza, diventano spugnosi e si rompono sotto la stretta dell’anellino elastico. Per non parlare della forma, che non sempre rende stabile l’innesco (dipende come sono fatti).
Grazie per la risposta 🙂
Figurati, è sempre un piacere e le discussioni sono utili anche per gli altri. A presto!