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Pesca sportiva in mare e in acqua dolce. Tecniche, attrezzature, esperienze.

I bigattini morti: come, quando e perché

Tem­po di let­tu­ra: 13 minu­ti

I bigat­ti­ni sono un’e­sca che ogni pesce ha impa­ra­to a rico­no­sce­re come straor­di­na­ria fon­te di nutri­men­to ed a buo­na ragio­ne è una tra le esche più uti­liz­za­te in asso­lu­to sia in mare che in acqua dol­ce. Mol­ti pesca­to­ri riten­go­no che la vita­li­tà del­le lar­ve sia una carat­te­ri­sti­ca fon­da­men­ta­le nel­l’at­trar­re i pesci e sicu­ra­men­te in mol­ti casi è così tut­ta­via dob­bia­mo sof­fer­mar­ci su un aspet­to: i pesci si nutro­no anche del­le lar­ve mor­te, quel­le cioè che sono anne­ga­te poi­ché non sono sta­te con­su­ma­te nel­l’im­me­dia­to. Suc­ce­de con­ti­nua­men­te sul let­to di pastu­ra e addi­rit­tu­ra può capi­ta­re che un gru­fo­la­to­re sospet­to­so pre­fe­ri­sca le lar­ve fer­me piut­to­sto che quel­la sco­din­zo­lan­te che abbia­mo appun­ta­to con tan­ta meti­co­lo­si­tà sul­l’a­mo. Sen­za dilun­gar­ci più del dovu­to, in que­sta intro­du­zio­ne va infi­ne sot­to­li­nea­to come il bigat­ti­no mor­to rap­pre­sen­ti una tra i capi­to­li più impor­tan­ti del­la let­te­ra­tu­ra alieu­ti­ca e dun­que un’e­sca imman­ca­bi­le nel patri­mo­nio del pesca­to­re spor­ti­vo.

Alcu­ne spe­cie mostra­no una par­ti­co­la­re pre­di­le­zio­ne per gli inne­schi a bigat­ti­ni mor­ti. Qui una car­pa.

Carpa con bigattino morto

Bigattini freschi

I bigat­ti­ni fre­schi (gio­va­ni) sono carat­te­riz­za­ti da estre­ma viva­ci­tà e dal­la pre­sen­za del­la mac­chia nera dor­sa­le, indi­ce di pasto recen­te. La cuti­co­la è bian­ca­stra, rela­ti­va­men­te sot­ti­le e risul­ta­no piut­to­sto mor­bi­di sia al tat­to che all’in­ne­sco. Dai bigat­ti­ni fre­schi si otten­go­no quin­di dei cor­ri­spon­den­ti mor­ti mol­to chia­ri e mor­bi­di. I bigat­ti­ni fre­schi si pos­so­no lava­re con il lat­te fino a ren­der­li qua­si bian­chi e se ne può otte­ne­re una tipo­lo­gia gal­leg­gian­te. I mor­ti potran­no esse­re quin­di:

  • Colo­re: bian­co-gial­la­stro (nor­ma­li) o bian­co (lava­ti)
  • Tipo­lo­gia: gon­fi (nor­ma­li) o sti­ra­ti (allun­ga­ti)
  • Con­si­sten­za: mor­bi­da
  • Gal­leg­gia­bi­li­tà: affon­dan­ti (nor­ma­li) o gal­leg­gian­ti

Bigattini vecchi

I bigat­ti­ni vec­chi ingial­li­sco­no, si muo­vo­no meno viva­ce­men­te, han­no per­so la mac­chia nera dor­sa­le e pre­sen­ta­no una cuti­co­la mol­to più spes­sa (stan­no andan­do ver­so lo sta­dio di pupa). Si trat­ta di lar­ve che da vive ten­go­no par­ti­co­lar­men­te bene l’in­ne­sco pro­prio per il loro esse­re più dure. Per otte­ne­re un buon bigat­ti­no invec­chia­to si pro­lun­ga la sua per­ma­nen­za in fri­go ad una tem­pe­ra­tu­ra che bloc­chi la tra­sfor­ma­zio­ne in pupa pur man­te­nen­do la vita­li­tà. I cor­ri­spon­den­ti mor­ti potran­no esse­re:

  • Colo­re: gial­la­stro
  • Tipo­lo­gia: gon­fi (nor­ma­li) o sti­ra­ti (allun­ga­ti)
  • Con­si­sten­za: dura
  • Gal­leg­gia­bi­li­tà: affon­dan­ti (nor­ma­li) o gal­leg­gian­ti

Di base dun­que la dif­fe­ren­za con i mor­ti otte­nu­ti dai fre­schi sta nel colo­re e nel­la con­si­sten­za. A vol­te han­no la stes­sa resa, altre vol­te uno è pre­fe­ri­bi­le all’al­tro.

Link spon­so­riz­za­ti

Bigattini colorati

Qui si apre la discus­sio­ne sul fat­to che i pesci veda­no i colo­ri, se que­sti ad una cer­ta pro­fon­di­tà ven­ga­no avver­ti­ti come in super­fi­cie e via dicen­do. Al di là di ogni con­si­de­ra­zio­ne i bigat­ti­ni colo­ra­ti non man­ca­no mai nel por­ta-esca del pesca­to­re più sma­li­zia­to ed il colo­re più uti­liz­za­to è il ros­so. Se in acqua dol­ce, dove esi­sto­no esche natu­ra­li di colo­re ros­so come il ver de vase (lar­va di chi­ro­no­mo o blood­worm), un bigat­ti­no del­lo stes­so colo­re può rap­pre­sen­ta­re un moti­vo in più per attac­ca­re l’in­ne­sco (par­lia­mo di car­pe, bre­me, caras­si e altri cipri­ni­di), in mare fran­ca­men­te la situa­zio­ne è mol­to più con­fu­sa e per lo più non si regi­stra­no dif­fe­ren­ze signi­fi­ca­ti­ve con il bian­co che, addi­rit­tu­ra, sem­bra fun­zio­na­re meglio.

  • Colo­re: ros­so, aran­cio­ne o gial­lo (esi­sto­no anche altri colo­ri ma si tro­va­no con mol­ta dif­fi­col­tà)
  • Tipo­lo­gia: gon­fi (nor­ma­li) o sti­ra­ti (allun­ga­ti)
  • Con­si­sten­za: mor­bi­da o dura a secon­da del­l’e­tà
  • Gal­leg­gia­bi­li­tà: affon­dan­ti (nor­ma­li) o gal­leg­gian­ti

Come preparare i bigattini morti

Esi­sto­no diver­si meto­di ma in asso­lu­to il più uti­liz­za­to è tra­mi­te con­ge­la­men­to. Il che è anche como­do visto che una vol­ta con­ge­la­ti pos­sia­mo pren­der­ne la quan­ti­tà che ci ser­ve in qual­sia­si momen­to e lascia­re nel free­zer gli altri.
Andre­mo dun­que a con­ge­la­re i bigat­ti­ni vivi del­la tipo­lo­gia che ci inte­res­sa: fre­schi, vec­chi, gon­fi, sti­ra­ti, affon­dan­ti o gal­leg­gian­ti. Qua­le che sia il tipo di bigat­ti­no lo si pre­pa­ra pri­ma (men­tre è vivo) e poi lo andia­mo a con­ge­la­re in buste di pla­sti­ca sot­to­vuo­to (fat­to a mano).
Indi­pen­den­te­men­te dal tipo di bigat­ti­no è sem­pre bene setac­cia­re le lar­ve accu­ra­ta­men­te così da otte­ne­re un con­ge­la­to puli­to e pri­vo di lar­ve già mor­te. A tale sco­po si uti­liz­za­no due setac­ci, uno fine (1 mm) ed uno a maglie più gran­di (3–5 mm).

Setac­cio da giar­di­no con maglie da 5 mm. Si noti come alcu­ne lar­ve già mor­te sono rima­ste all’in­ter­no del setac­cio: van­no eli­mi­na­te.

Setaccio grande bigattini

Ognu­no può uti­liz­za­re i setac­ci che vuo­le. Io tro­vo par­ti­co­lar­men­te como­di ed eco­no­mi­ci quel­li ver­di da giar­di­no, dato che non sele­zio­no mai quan­ti­tà enor­mi di bigat­ti­ni e che que­sti setac­ci han­no un dia­me­tro per­fet­to per i miei reci­pien­ti. Qua­le sia il setac­cio occor­re far atten­zio­ne alla dimen­sio­ne del­le maglie. Le maglie da 5 mm con­sen­to­no una sele­zio­ne mol­to rapi­da ma può acca­de­re che qual­che lar­va già mor­ta ven­ga fat­ta cade­re nel reci­pien­te da quel­le vive in movi­men­to: sele­zio­ne velo­ce ma da ripe­te­re più vol­te. Le maglie da 3 mm ope­ra­no una sele­zio­ne più len­ta (per­ché le lar­ve vive devo­no infi­lar­ci­si a for­za) ma più accu­ra­ta. A voi la scel­ta.

Con­te­ni­to­re a rete per bigat­ti­ni con maglie da 1 mm.

Setaccio fine bigattini

Ana­lo­ga­men­te come setac­cio fine pote­te uti­liz­za­re ciò che pre­fe­ri­te. Una solu­zio­ne como­da è usa­re uno di quei con­te­ni­to­ri a rete che nasco­no pro­prio per i bigat­ti­ni: sono spe­ci­fi­ci e le lar­ve bagna­te non risal­go­no: ma va bene qual­sia­si setac­cio basta che le maglie sia­no di 1 mm poi­ché deve poter usci­re bene l’ac­qua e devo­no poter usci­re bene fari­ne anche gros­so­la­ne (come quel­la di mais cru­da).
Pri­ma di pro­ce­de­re con la pre­pa­ra­zio­ne dei bigat­ti­ni mor­ti le lar­ve devo­no dun­que esse­re sele­zio­na­te con il setac­cio a maglia gros­sa (si eli­mi­na­no quel­le già mor­te) e poi con quel­lo a maglia fine (escre­men­ti e pol­ve­ri varie). Poi si può pro­ce­de­re come segue:

1. Lavaggio con il latte (opzionale)

Solo per bigat­ti­ni fre­schi e nel caso si voglia­no otte­ne­re lar­ve mol­to bian­che. In que­sto caso copria­mo le lar­ve con il lat­te e le agi­tia­mo per un paio di minu­ti. Il lat­te diven­ta scu­ro. È impor­tan­te che i bigat­ti­ni non stia­no immer­si trop­po a lun­go poi­ché altri­men­ti pian pia­no diven­ta­no gal­leg­gian­ti (vedi dopo). Tra­scor­si i due minu­ti le lar­ve ven­go­no asciu­ga­te con il setac­cio fine, che eli­mi­na tut­to il liqui­do in ecces­so, poi poste in una baci­nel­la con fari­na di mais cru­da, quan­to basta (quan­ti­tà e tem­po) per far­li asciu­ga­re com­ple­ta­men­te. Quan­do sia le lar­ve che la fari­na sono asciut­te i bigat­ti­ni van­no di nuo­vo setac­cia­ti (per eli­mi­na­re la fari­na) e pos­so­no esse­re con­ge­la­ti.

2. Bigattini gonfi

Sono bigat­ti­ni con­ge­la­ti nel pie­no del­la loro vita­li­tà (che sia­no fre­schi o vec­chi), cioè quan­do si muo­vo­no (non sono cioè in fase di mor­te appa­ren­te). Otte­nia­mo quin­di una lar­va con­ge­la­ta di gran­dez­za e con­si­sten­za qua­si pari al vivo; la dif­fe­ren­za più evi­den­te è che chia­ra­men­te quel­li mor­ti non si muo­vo­no più. La mag­gior par­te sono di tipo affon­dan­te ma può capi­ta­re che si for­mi anche qual­che lar­va gal­leg­gian­te, spe­cie se pri­ma sono sta­ti sot­to­po­sti a lavag­gio.

Clas­si­co aspet­to del bigat­ti­no mor­to gon­fio. Appa­re “cor­to” (nel sen­so di con­trat­to, non allun­ga­to) e tur­gi­do.

Bigattini morti gonfi

3. Bigattini stirati (allungati)

Sono bigat­ti­ni con­ge­la­ti in fase di mor­te appa­ren­te, cioè quan­do si non si muo­vo­no e appa­io­no mor­bi­di e allun­ga­ti. Si otten­go­no tenen­do­li in fri­go sen­za aria e a bas­sa tem­pe­ra­tu­ra. Quan­do notia­mo che han­no smes­so di muo­ver­si e sem­bra­no mor­ti pos­sia­mo pas­sar­li diret­ta­men­te nel con­ge­la­to­re. Sono un’e­sca per pesci dal­la man­gia­ta deli­ca­ta che ama­no le lar­ve più mor­bi­de come le pic­co­le bre­me e alcu­ne spe­cie di cefa­li.

Bigat­ti­ni in fase di mor­te appa­ren­te (anco­ra vivi) dopo pas­sag­gio in fri­go e in caren­za d’a­ria (sot­to­vuo­to fat­to a mano in sac­chet­to di pla­sti­ca). Le lar­ve sono allun­ga­te, mol­to mor­bi­de, di con­si­sten­za mol­le e non si muo­vo­no. Se lascia­te all’a­ria ripren­de­ran­no vita­li­tà nel giro di qual­che ora. Li con­ge­lia­mo diret­ta­men­te pri­ma che si ripren­da­no.

Bigattini morti stirati

4. Bigattini galeggianti

Si otten­go­no copren­do le lar­ve vive (non in mor­te appa­ren­te) con un velo d’ac­qua o di lat­te (se si desi­de­ra un effet­to sbian­can­te) per un tem­po abba­stan­za lun­go. Con­vie­ne uti­liz­za­re un con­te­ni­to­re con chiu­su­ra in quan­to le lar­ve bagna­te sono in gra­do di risa­li­re qua­si ogni super­fi­cie e potreb­be­ro usci­re; è inol­tre pre­fe­ri­bi­le che il con­te­ni­to­re sia tra­spa­ren­te così da osser­va­re se alcu­ne lar­ve esco­no dal­l’ac­qua (nel qual caso basta agi­ta­re il reci­pien­te per far­le immer­ge­re di nuo­vo).
Il tem­po neces­sa­rio a ren­de­re le lar­ve gal­leg­gian­ti varia a secon­da del liqui­do uti­liz­za­to ed è più bre­ve se si usa acqua gas­sa­ta rispet­to all’ac­qua nor­ma­le o al lat­te. Può esse­re neces­sa­ria anche più di un’o­ra per­ché tut­te le lar­ve sia­no in gra­do di gal­leg­gia­re; pote­te comun­que testar­le pre­le­van­do­ne alcu­ne e immer­gen­do­le in un bic­chie­re d’ac­qua. Quan­do tut­ti i bigat­ti­ni sono pron­ti si asciu­ga­no nel setac­cio fine e poi si con­ge­la­no. Dato che ven­go­no usa­ti come esca con­si­glio di con­ge­lar­li in pic­co­le uni­tà (cir­ca una man­cia­ta per sac­chet­to) in modo da poter scon­ge­la­re di vol­ta in vol­ta solo quan­to neces­sa­rio.

Due big­gat­ti­ni mor­ti gal­le­gian­ti rie­sco­no a sol­le­va­re il pic­co­lo amo su cui sono sta­ti appun­ta­ti.

Bigattini morti galleggianti

Quando e perché usare i bigattini morti

Pri­ma di elen­ca­re tut­ti i pre­gi è for­se meglio sot­to­li­nea­re il prin­ci­pa­le difet­to: essen­do mor­ti non sono gra­di­ti a pesci che ne ven­go­no attrat­ti per l’e­stre­ma vita­li­tà e le vibra­zio­ni emes­se nel mez­zo acquo­so. Abba­stan­za ovvio, ma dove­ro­so. Si potreb­be­ro cita­re cave­da­ni e spi­go­le insi­dia­ti a gal­la, due pesci diver­si ma che han­no alcu­ni aspet­ti in comu­ne quan­do si par­la di pesca con il bigat­ti­no. Se andia­mo sui gru­fo­la­to­ri o par­lia­mo di pesci meno atten­ti alla vita­li­tà e abi­tua­ti a cibar­si con minor sele­zio­ne ver­so que­sto aspet­to il discor­so cam­bia radi­cal­men­te.
Altro pun­to impor­tan­te riguar­da la cor­ri­spon­den­za con la pastu­ra: se pastu­ria­mo con i bigat­ti­ni mor­ti ha sen­so anche inne­scar­li poi­ché il pesce che ha scel­to di cibar­se­ne non tro­ve­rà dif­fe­ren­za con quel­li appun­ta­ti sul­l’a­mo. Ulti­mo ma non meno rile­van­te è il com­por­ta­men­to in cor­ren­te; i bigat­ti­ni mor­ti gon­fi (di for­ma e con­si­sten­za pres­so­ché iden­ti­ci ai vivi) quan­do entra­no in scia e ven­go­no velo­ce­men­te por­ta­ti via da una cor­ren­te di fon­do abba­stan­za inten­sa pas­sa­no rapi­da­men­te davan­ti alla boc­ca del pesce che non ha mol­to tem­po per deci­de­re sul­la loro vita­li­tà: è un pren­de­re o lascia­re! È capi­ta­to di cat­tu­ra­re anche spi­go­le a fee­der in con­di­zio­ni idea­li, quel­le cioè che ten­do­no ad annul­la­re la per­ce­zio­ne del “vivo o mor­to” (in que­sto spe­ci­fi­co caso bas­so fon­da­le con cor­ren­te di fon­do abba­stan­za spin­ta).
Andia­mo ad elen­ca­re ora i pre­gi:

  1. I bigat­ti­ni mor­ti non rom­po­no la pastu­ra: pos­so­no esse­re inse­ri­ti in boc­ce di sfa­ri­na­ti (fino ad un rap­por­to mas­si­mo di 2:1 a favo­re del­lo sfa­ri­na­to e solo se rap­pre­sen­ta­no l’u­ni­co ele­men­to sle­gan­te) o far par­te di pastu­re miste nei fee­der open-end sen­za che l’im­pa­sto ne risen­ta.
  2. I bigat­ti­ni mor­ti non si nascon­do­no: a dif­fe­ren­za di quel­li vivi che ten­do­no a cam­mi­na­re, sci­vo­la­re (in caso di pen­den­ze), insab­biar­si o “nascon­der­si” sot­to il limo e sas­si, i bigat­ti­ni mor­ti ten­do­no a rima­ne­re sul posto e più in super­fi­cie (in quan­to un po’ più leg­ge­ri).
  3. I bigat­ti­ni mor­ti sono più tene­ri: in par­ti­co­la­re quel­li fre­schi e sti­ra­ti ma un po’ tut­ti a pari­tà del vivo cor­ri­spon­den­te. Alcu­ni pesci sem­bra­no tro­var­li par­ti­co­lar­men­te gra­di­ti per que­sta loro pro­prie­tà (cefa­li, bre­me, caras­si, car­pe).
  4. I bigat­ti­ni mor­ti sono più fre­quen­ti in natu­ra: i bigat­ti­ni non nasco­no in acqua ma ven­go­no intro­dot­ti dai pesca­to­ri e par­la­re di “natu­ra” è un po’ ecces­si­vo. Può acca­de­re che pro­ven­ga­no da qual­che ani­ma­le mor­to in pros­si­mi­tà del­la riva ma sta­ti­sti­ca­men­te è un even­to raro e quin­di irri­le­van­te. Essen­do tut­ta­via l’e­sca più uti­liz­za­ta in asso­lu­to ne ven­go­no intro­dot­te nel­le nostre acque in note­vo­li quan­ti­tà quan­do ven­go­no get­ta­ti come rima­nen­za da pesca­to­ri o riven­di­to­ri per­ché non più uti­liz­za­bi­li.
  5. I bigat­ti­ni mor­ti sono meno gra­di­ti alla minu­ta­glia: vero, come è tut­ta­via vero che alcu­ni pesci (es. albo­rel­le) fan­no stra­ge di tut­to ciò che entra in acqua e può esse­re con­ver­ti­to in nutri­men­to. Però un cer­to gra­do di sele­zio­ne sem­bra esser­ci.
  6. I bigat­ti­ni mor­ti sono un’e­sca eco­no­mi­ca e sem­pre dispo­ni­bi­le: che pos­sa­no pia­cer­vi o meno, aver­ne un cer­to quan­ti­ta­ti­vo nel free­zer rap­pre­sen­ta sem­pre una gran­de oppor­tu­ni­tà, oltre ad un rispar­mio (o meglio un’ot­ti­miz­za­zio­ne dei costi) poi­ché se a fine ses­sio­ne get­ta­te via le esche, quel­le effet­ti­va­men­te uti­liz­za­te le ave­te paga­te più care! Se inve­ce ave­te modo di riu­ti­liz­zar­le è tut­ta un’al­tra sto­ria.
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Come usare i bigattini morti

Mol­to sem­pli­ce­men­te, pri­ma di uti­liz­za­re i bigat­ti­ni dob­bia­mo scon­ge­lar­li in acqua a tem­pe­ra­tu­ra ambien­te. Il tem­po neces­sa­rio dipen­de dal­la quan­ti­tà di lar­ve che inten­dia­mo usa­re. Per una ses­sio­ne di pesca nor­ma­le è suf­fi­cien­te met­ter­li in acqua la mat­ti­na stes­sa e nel tem­po che fac­cia­mo cola­zio­ne e ci pre­pa­ria­mo le lar­ve han­no già per­so rigi­di­tà. Pri­ma di usci­re li inse­ria­mo nel con­te­ni­to­re di tra­spor­to (chiu­su­ra erme­ti­ca) con nuo­va acqua fre­sca a tem­pe­ra­tu­ra ambien­te e quan­do sia­mo sul luo­go di pesca sono già pron­ti per l’u­so. Per tut­ta la ses­sio­ne van­no man­te­nu­ti immer­si così che pos­sa­no man­te­ne­re le loro carat­te­ri­sti­che (colo­re e con­si­sten­za).

Sfa­ri­na­to (ground­bait), micro­pel­le­ts e bigat­ti­ni mor­ti (mix gal­leg­gian­ti e affon­dan­ti).

bigattini morti

Mol­ti con­si­glia­no di uti­liz­za­re l’ac­qua del posto poi­ché quel­la pota­bi­le spes­so con­tie­ne clo­ro che potreb­be alte­ra­re il gusto del bigat­ti­no. Ci pen­so spes­so, spe­cie quan­do leg­go l’an­nua­rio ARPAT e scor­ro la lista di tut­te le sostan­ze pre­sen­ti nel fiu­me. A mio modo di vede­re non c’è dif­fe­ren­za ma se sie­te atten­ti a que­sto par­ti­co­la­re bagna­te­li sul­lo spot o uti­liz­za­te l’ac­qua in bot­ti­glia, che è più neu­tra (come sapo­re) di quel­la di mol­ti rubi­net­ti.

1. Pesca al colpo

I bigat­ti­ni mor­ti affon­da­no più len­ta­men­te di quel­li vivi (sal­vo che sia­no gal­leg­gian­ti) ed alcu­ni pesca­to­ri li uti­liz­za­no sfu­si nel­la pesca al col­po in cala­ta ben­ché la lan­cia­bi­li­tà a fion­da sia for­te­men­te com­pro­mes­sa. Non è il mio caso. Li ho testa­ti qual­che vol­ta (quel­li gon­fi) nel­la pesca a trat­te­nu­ta bloc­ca­ta e nono­stan­te qual­che spi­go­lot­ta sia cadu­ta nel­l’in­gan­no (quel­le gio­va­ni spes­so non van­no trop­po per il sot­ti­le) non vi è alcu­na ragio­ne di pre­fe­rir­li ai vivi in que­sta tec­ni­ca, se non per dispe­ra­zio­ne. Par­lan­do sem­pre di pesca al col­po han­no un ruo­lo impor­tan­te nel­la pesca a bre­me, car­pe e caras­si quan­do asso­cia­ti ad una pastu­ra­zio­ne da fon­do, fat­ta con boc­ce di pastu­ra e lar­ve mor­te, pre­sen­tan­do poi l’e­sca a quel livel­lo. Nel mio caso, fre­quen­tan­do l’al­to trat­to di foce, li tro­vo par­ti­co­lar­men­te effi­ca­ci nel­l’ap­proc­cio mar­gi­na­le a car­pe e chan­nel in cor­ren­te len­ta o qua­si assen­te: in que­ste con­di­zio­ni si pesca diret­ta­men­te sul­la pastu­ra ed un ciuf­fet­to di bigat­ti­ni mor­ti pre­sen­ta­to over-depth (leg­ger­men­te pog­gia­to sul fon­do) di rado vie­ne igno­ra­to se i pesci entra­no.

2. Feeder

Se da un cer­to pun­to di vista il bigat­ti­no mor­to nel­la pesca al col­po ha in sé un uso abba­stan­za tec­ni­co (par­lia­mo di rbs, pesca all’in­gle­se, dosag­gio accu­ra­to degli ingre­dien­ti nel­le boc­ce di pastu­ra e via dicen­do) nel fee­der rien­tra comu­ne­men­te tra gli ele­men­ti che pos­so­no esse­re vei­co­la­ti all’in­ter­no dei pastu­ra­to­ri open-end sen­za pro­ble­mi. Il tipo di pastu­ra­to­re è impor­tan­te. Pre­ten­de­re (come è capi­ta­to di leg­ge­re) che un bigat­ti­no mor­to pos­sa usci­re age­vol­men­te dai fori di un block-end è abba­stan­za azzar­da­to. Può capi­ta­re che qual­che lar­va esca, spe­cie se i fori sono di gran­di dimen­sio­ni e si pesca in cor­ren­te ma per lo più le lar­ve ven­go­no per­se duran­te il recu­pe­ro quan­do, per via del­la tur­bo­len­za che si gene­ra nel fee­der, il moto vor­ti­co­so ne faci­li­ta l’u­sci­ta (vani­fi­can­do peral­tro la pastu­ra­zio­ne).

bigattini morti

I pastu­ra­to­ri più adat­ti sono appun­to quel­li aper­ti ai due poli (open-end clas­si­ci e cage fee­ders) e quel­li dota­ti di una sola ampia aper­tu­ra late­ra­le o pola­re (win­dow fee­der, domed fee­der e pel­let fee­der). Se non ne ave­te a dispo­si­zio­ne pote­te rica­var­li facil­men­te a par­ti­re dai dif­fu­si block-end (di qual­sia­si tipo) sem­pli­ce­men­te eli­mi­nan­do uno o entram­bi i poli.

Pre­ston Clik Cap Fee­der al qua­le è sta­to taglia­to il polo in coda.

feeder open
feeder open

Vari pastu­ra­to­ri “aper­ti” tra cui un block-end al qua­le sono sta­ti eli­mi­na­ti entram­bi i poli.

feeder open

Fer­mo restan­do il con­cet­to gene­ra­le che il pastu­ra­to­re “aper­to” per­met­te la fuo­riu­sci­ta del­le par­ti­cel­le più gros­so­la­ne (pic­co­li pel­le­ts, bigat­ti­ni mor­ti, ecc.) a secon­da del pastu­ra­to­re dovre­mo saper­lo riem­pi­re in modo tale che la fuo­riu­sci­ta avven­ga nei tem­pi giu­sti e, soprat­tut­to, nel pun­to in cui si depo­si­ta sul fon­do (e non duran­te il recu­pe­ro). Qui sta a voi testa­re i vari mix di pastu­ra (che com­pren­do­no sem­pre uno sfa­ri­na­to che fa da tap­po e col­lan­te) e cali­bra­re la giu­sta com­pres­sio­ne.

Cari­ca­men­to “a sand­wich” di bigat­ti­ni mor­ti sfu­si in fee­der oval block-end pri­va­to dei due poli (ana­lo­go ad un open-end ma più schiac­cia­to). Sul fon­da­le i due tap­pi di pastu­ra si dis­sol­vo­no men­tre la cor­ren­te di fon­do fa usci­re le lar­ve. A secon­da del­l’in­ten­si­tà del­la cor­ren­te vi si asso­cia­no diver­se lun­ghez­ze del ter­mi­na­le. In gene­re nel­la pesca alle car­pe le zone sono a cor­ren­te mol­to len­ta e dun­que è pre­fe­ri­bi­le usa­re fina­li piut­to­sto cor­ti. In caso di acqua fer­ma, dopo qual­che minu­to, è con­si­glia­bi­le tira­re il pastu­ra­to­re indie­tro di cir­ca un pal­mo così da assi­cu­rar­si che tut­te le lar­ve sia­no usci­te e che l’a­mo inne­sca­to (per le car­pe “a ciuf­fet­to”) si col­lo­chi pro­prio dove sono con­cen­tra­ti i bigat­ti­ni fuo­riu­sci dal fee­der.

feeder bigattino morto
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3. Inneschi

L’in­ne­sco dei bigat­ti­ni mor­ti, spe­cie se sono quel­li gon­fi, non dif­fe­ri­sce da quel­lo del bigat­ti­no vivo se non per il fat­to che sul fon­do la lar­va non si muo­ve. Val­go­no dun­que tut­te le opzio­ni già descrit­te nel­l’arti­co­lo dedi­ca­to. Trat­tan­do­si tut­ta­via di una pesca pres­so­ché indi­riz­za­ta ai gru­fo­la­to­ri e di una cer­ta taglia l’inne­sco a ciuf­fet­to va per la mag­gio­re: due bigat­ti­ni su amo pic­co­lo per le pre­de di taglia mino­re e nel­la pesca al col­po, un nutri­to ciuf­fet­to di più bigat­ti­ni su amo più gran­de per le pre­de più gros­se, sia nel­la pesca al col­po (es. approc­cio mar­gi­na­le alle car­pe) che soprat­tut­to nel­la pesca a fon­do (lege­ring e fee­der).
Una par­ti­co­la­re cura va riser­va­ta ai bigat­ti­ni gal­leg­gian­ti. In que­sto caso l’in­ne­sco deve esse­re asso­lu­ta­men­te pre­ci­so e in pun­ti di mag­gior spes­so­re del­la cuti­co­la così da non com­pro­met­te­re l’in­te­gri­tà del­la lar­va. Con­si­glio ami pic­co­li a filo sot­ti­le, meglio se pri­vi di ardi­glio­ne (bar­bless) e di appun­ta­re la lar­va o sul­l’or­let­to poste­rio­re (sot­to gli spi­ra­co­li poste­rio­ri) oppu­re appe­na sot­to­pel­le in boc­ca.

4. Montature

Non esi­sto­no mon­ta­tu­re da bigat­ti­ni mor­ti: le mon­ta­tu­re sono le stes­se che uti­liz­zia­mo per quel­li vivi. Se pescan­do a fee­der abbia­mo il pro­ble­ma del fon­da­le mol­le e per quel moti­vo optia­mo per lar­ve che non pos­sa­no nascon­der­si al suo inter­no, oltre al bigat­ti­no mor­to come esca è uti­le abbi­nar­vi un rig ad eli­cot­te­ro. In real­tà io lo pre­fe­ri­sco qua­si sem­pre, indi­pen­den­te­men­te dal tipo di fon­da­le, dal­la distan­za di pesca o dal­la pre­sen­za o meno di cor­ren­te. Ma non stia­mo qui a tes­se­re le lodi di una mon­ta­tu­ra di cui abbia­mo già par­la­to. Vali­de alter­na­ti­ve sono il pater­no­ster e il run­ning rig (meglio se con fee­der­link). In ogni caso, se uti­liz­za­te i bigat­ti­ni gal­leg­gian­ti per insi­dia­re in cor­ren­te pre­de astu­te come spi­go­le e cave­da­ni, ma anche ora­te nel trat­to di foce, è oppor­tu­no che il fina­le sia mol­to lun­go, sot­ti­le e l’a­mo deci­sa­men­te pic­co­lo. Que­sto per­ché la gal­leg­gia­bi­li­tà “natu­ra­le” di un bigat­ti­no, così come lo abbia­mo pro­dot­to, è deci­sa­men­te ridot­ta e basta un nien­te per far­lo affon­da­re (pur rima­nen­do comun­que mol­to leg­ge­ro). Inne­schi pop-up a base di bigat­ti­ni mor­ti con ami gene­ro­si per gros­se pre­de (es. car­pe e chan­nel) richie­do­no sem­pre un aiu­to, che sia un pez­zet­to di boi­lie, un nug­get o un waf­ter e, chia­ra­men­te, devo­no esse­re testa­ti pri­ma di lan­ciar­li per veri­fi­car­ne la gal­leg­gi­bi­li­tà o meglio l’e­qui­li­brio. Come vede­te non con­si­glio mate­ria­li inqui­nan­ti quin­di sta­te lon­ta­ni da poli­sti­ro­lo o quan­t’al­tro non sia bio­de­gra­da­bi­le: esi­sto­no alter­na­ti­ve, quin­di usa­te­le.

Si possono utilizzare i bigattini morti in mare?

Il bigat­ti­no mor­to è una tipi­ca esca d’ac­qua dol­ce da uti­liz­za­re quan­do le con­di­zio­ni e il tipo di approc­cio lo richie­do­no. Vero. Ciò non signi­fi­ca — e sareb­be sba­glia­to trar­re una simi­le con­clu­sio­ne — che in mare non abbia alcun ruo­lo. In real­tà, quan­do le con­di­zio­ni e le neces­si­tà sono simi­li (non stia­mo a ripe­ter­le) il bigat­ti­no mor­to è effi­ca­ce anche in acqua sala­ta. Vi sarà capi­ta­ta sicu­ra­men­te una gior­na­ta in cui i pesci non man­gia­no e sap­pia­mo che per abi­tu­di­ne (sba­glia­ta secon­do me, ma que­sto è un altro discor­so) in gene­re chi pesca a fee­der in mare ha del­le per­ma­nen­ze del­la len­za in acqua mol­to lun­ghe. Spe­cie in inver­no il bigat­ti­no in acqua smet­te di muo­ver­si pre­co­ce­men­te e se si allun­ga­no i tem­pi di cala­ta ciò che abbia­mo sul­l’a­mo, dopo un po’, non è altro che l’e­qui­va­len­te di un bigat­ti­no mor­to. È una mor­te appa­ren­te ma il pesce non è un medi­co lega­le! E vi sarà capi­ta­to, ormai sco­rag­gia­ti e ras­se­gn­ti al cap­pot­to, di veder improv­vi­sa­men­te par­ti­re la can­na e, mi augu­ro, di por­ta­re a riva una bel­la ora­ta o un bel sara­go. Ebbe­ne quel pesce ha man­gia­to su un let­to di pastu­ra di bigat­ti­ni mor­ti per poi cede­re al vostro bigat­ti­no mor­to inne­sca­to.
La doman­da ha dun­que la sua rispo­sta. I bigat­ti­ni mor­ti sono mol­to vali­di anche in mare nel­la pesca ai gru­fo­la­to­ri. Non sono miglio­ri o peg­gio­ri di quel­li vivi, sono sem­pli­ce­men­te più o meno adat­ti a secon­da del­le cir­co­stan­ze.

4 commenti su “I bigattini morti: come, quando e perché”

  1. Buo­na­se­ra,
    pescan­do in mare ed usan­do i bigat­ti­ni mor­ti come pastu­ra sareb­be uti­le inne­scar­ne un paio vivi?

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    • Ciao Adria­no,
      In gene­re quan­do si pastu­ra con il mor­to si pesca anche con il mor­to poi­ché il pesce non dovreb­be nota­re dif­fe­ren­ze, che non riguar­da­no solo la mobi­li­tà ma anche la con­si­sten­za ed altre carat­te­ri­sti­che che dif­fe­ren­zia­no la lar­va viva da quel­la mor­ta. Que­sto in linea di prin­ci­pio. Poi nul­la vie­ta di fare anche diver­sa­men­te. Vi sono pesci mol­to dif­fi­den­ti ed altri meno, pesci che pre­fe­ri­sco­no la lar­va viva (un esem­pio su tut­ti la spi­go­la), altri che man­gia­no meglio su quel­la mor­ta (es. i cefa­li) ed altri anco­ra che non sono par­ti­co­lar­men­te selet­ti­vi e attac­ca­no di tut­to. Que­sto in mare, in fiu­me è un altro discor­so ma inu­ti­le par­lar­ne 😉
      Quin­di non vi è una rispo­sta uni­ca, tipo sì o no, ma piut­to­sto un “dipen­de”. E dipen­de anche dal tipo di pesca che fai, per­ché una cosa è pre­sen­ta­re il mor­to in pastu­ra a fee­der ed una cosa è ave­re bigat­ti­ni mor­ti in pastu­ra manua­le poi­ché non affon­da­no come le lar­ve vive se lan­cia­ti sciol­ti, con­ver­reb­be in quel caso inse­rir­li in un mix con uno sfa­ri­na­to così da poter for­ma­re boc­ce (se si pesca al col­po).
      Se hai altre doman­de chie­di pure 😉

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