Molti pescatori sostengono che in alcune circostanze, a seconda di come viene presentato, la spigola possa scambiare il coreano per una piccola anguilla. Personalmente ne ho sempre dubitato perché un pesce abituato a cibarsi sia di anellidi, crostacei che di pesci difficilmente prende fischi per fiaschi. Che poi un coreano debitamente appuntato possa stimolare un forte istinto predatorio è fuor di dubbio, quanto invece l’esatta interpretazione che gli da il pesce non è che sia poi così importante e comunque non ci sarà mai dato di saperlo. Vedremo tuttavia come alcuni inneschi, in special modo della tremolina (nostrana o francese che sia), poco hanno di somigliante con un’anguilla eppure vengono attaccati con voracità e questo mostra la tipica caratteristica del grufolatore, che pure la spigola ha in certi contesti.
La tremolina
Esistono sostanzialmente due tipologie di tremoline, quelle nostrane (di fango) e quelle importate (i francesi). Fermo restando che nello scegliere una delle due la preferenza cade su quella del luogo (preda abituale), la controparte commerciale è assolutamente gradita e probabilmente la più utilizzata data la facile reperibilità. Si tratta in ogni caso di un anellide tenero e di breve conservazione che va preferibilmente utilizzato entro massimo tre giorni dall’acquisto e conservato comunque con estrema cura.
Il “francese”, come viene spesso chiamata la tremolina commerciale.
Lo spot
Andrea ha un approccio decisamente orientato alla massima semplicità e che ricalca perfettamente le caratteristiche dello spot in cui lo propone. Si tratta della sponda interna (riva convessa) di un’ansa del fiume dove per la prevalente attività di deposizione il fondale è per lo più di tipo sabbioso. in questo punto molto particolare si incontrano varie correnti (del fiume, di marea, di un canale che sfocia di fronte) peraltro rotte dalla presenza di un grosso pilone del ponte. Si misura inoltre una profondità che già in punta di canna è intorno ai cinque metri. Tutti questi fattori insieme fanno sì che non vi sia quasi mai una corrente lineare quanto piuttosto un “giro di corrente” che porta il galleggiante ora a spostarsi in una direzione, ora nell’altra senza che vi sia un verso prevalente e costante.
La postazione di Andrea, riva interna sabbiosa a ridosso di un pilone del ponte.
Il galleggiante
Se da una parte è pur vero che l’azione di pesca avviene in trattenuta costante la situazione è molto diversa da quella della tipica trattenuta bloccata che abbiamo già descritto (si veda: Spigole a bolognese in trattenuta bloccata). Il motivo risiede nel fatto che viene meno il presupposto di base: la corrente lineare. Qui è per intenderci più un “girare intorno” ad un punto fisso, rappresentato dalla punta della canna.
La forme ideali per il galleggiante sono quelle a goccia, a ovetto oppure a palla da rugby abbastanza raccolte.
Il galleggiante ideale ha una forma a goccia piuttosto raccolta, se vogliamo ad ovetto, ed i motivi sono molteplici ma riassumibili sostanzialmente nella tipologia di corrente, variabile, con rotture e non di rado turbolenze superficiali e nel fatto che in molti momenti la pesca avviene appoggiando sul fondo. Serve dunque un galleggiante più stabile ma che al tempo stesso sappia farsi trattenere.
Montatura: spallinata a scalare
Relativamente alla lenza, come dicevamo, Andrea punta molto sulla semplicità, il che paga sempre. Abbiamo dunque una spallinata a scalare abbastanza ravvicinata che tuttavia può essere facilmente modificata (ampliandola o accorciandola ulteriormente) a seconda delle esigenze. Per fare questo sono ideali i pallini inglesi morbidi, che si prestano meglio a spostamenti sulla lenza.
Schema della lenza utilizzata da Andrea.
A seconda delle zone (ricordo che la corrente varia e il galleggiante si sposta in varie direzioni) l’innesco può poggiare sul fondo o risultare leggermente sospeso. Indicativamente, con la sonda, Andrea imposta un’altezza più o meno a sfiorare (dead-depth) e poi durante la sessione valuta la risposta. Può capitare che i branzini mangino con un appoggio maggiore (in quel caso si alza il galleggiante) o preferiscano un’esca più sollevata (nel qual caso si abbassa). Quale che siano i motivi (probabilmente legati a questioni di corrente) la ricerca della giusta altezza fa parte dell’azione di pesca.
Innesco della tremolina
Nella stagione in cui è possibile procurarsela, l’esca principale è la tremolina nostrana (del posto). Fermo restando l’assoluta idoneità dell’innesco per la testa degli anellidi più freschi (sia nostrani che di importazione) che ne assicura la presentazione più efficace, la loro fragilità rende spesso necessario utilizzare l’ago. Il peso dell’innesco è comunque limitato e il galleggiante è tarato praticamente al 100%, anche in considerazione del fatto che la pesca avviene in trattenuta costante (qualche che sia la direzione, variabile, che prende il galleggiante). Non dimentichiamo poi che in caso di appoggio il peso dell’innesco è praticamente nullo e che comunque la lenza si può modificare togliendo uno o due pallini. Non è comunque difficile trovare il giusto equilibrio.
La tremolina nostrana può essere innescata sia per la testa (quando fresca e più tenace) che con l’ago.
Il coreano
Di importazione asiatica, classico (verde) o rosso che sia, si tratta di un anellide molto più voluminoso, coriaceo e resistente della tremolina. Anche la sua conservazione, in condizioni ottimali, è nettamente superiore. La facile reperibilità (praticamente ogni negozio di pesca ne è provvisto) e la lunga conservazione lo rendono una scelta sicura. Benché i movimenti (e l’odore) siano ben diversi da quelli di una piccola anguilla è probabilmente per le sue dimensioni che nasce l’ipotesi che la spigola possa con questa confonderlo ma, ripeto, non è da ragionarci troppo su questo aspetto.
Una spigola catturata con il coreano rosso.
Montatura per il coreano
Tendenzialmente io preferisco il coreano al francese poiché è appunto meno problematico. Pescando nella stessa zona di Andrea l’approccio è abbastanza simile benché si debba tener conto del fatto che il coreano è più grande e più pesante e questo va ad incidere sia sulla misura dell’amo, che sul diametro dei terminali che sulla portata del galleggiante, la cui forma rimane però la stessa. Trattandosi di un approccio più strong la montatura segue lo stesso concetto di quella di Andrea ma con pallini di peso maggiore.
Un momento dell’azione di pesca con il coreano.
Anche l’innesco è diverso rispetto a quello di Andrea e qui ci sono tante possibilità e scuole di pensiero. Nella pesca a trattenuta bloccata il coreano si innesca con amo singolo per la testa, preferibilmente sottopelle nella parte callosa della bocca e così mantiene la sua vitalità per lungo tempo. Innesco più tenace e più adatto se si prevede di lanciare più volte l’esca è invece quello sempre per la testa ma facendo penetrare l’amo in bocca per farlo poi uscire lateralmente poco sotto. Se i coreani hanno qualche giorno e hanno perso un po’ di consistenza conviene ricorrere all’ago, come per la tremolina.
Schema della mia lenza per il coreano (rivista in funzione dell’uso dei pallini morbidi inglesi).
La tipologia di ami
Se con la tremolina Andrea usa ami più piccoli e terminali dello 0.12–0.125, con il coreano in corrente ci si orienta su misure superiori che volendo rimanere sul sottile vanno dallo 0.145 allo 0.165, più equilibrate per un’esca maggiormente voluminosa ed innescata su un amo più grande. La lenza madre va di conseguenza aumentata di diametro ed un range 0.18–0.20 è quello più indicato.
Reativamente agli ami indicare una misura ha poco senso se poi non si specifica anche marca e modello. Per il coreano basta che abbiano un gambo non troppo lungo ed un’ampiezza tale da lasciar fuoriuscire bene la punta. Io di solito utilizzo i Colmic N500 ma hanno forma simile anche i Gamakatsu LS-SERIE 8GP e i Maver Katana serie 1135, quest’ultimi dal filo più sottile e di tipo Black Nichel (scuri). Sono tre tipologie di ami a paletta da grossi pesci e a mio avviso ideali per la spigola visto che è un pesce comunque dalla bocca grande (anche quando di piccola taglia) e che non è raro imbattersi in esemplari di buona pezzatura pescando con il coreano.
Tipologia di amo utilizzato.
Il galleggiante
Il galleggiante a palla da rugby (che può essere una goccia raccolta o anche un ovetto) è ancora quello maggiormente versatile perché da una parte risponde bene alla corrente non lineare e al possibile appoggio e dall’altra ben si comporta anche in caso di corrente lineare e trattenuta bloccata classica. Pescando per lo più in punta di canna o comunque a breve distanza io preferisco antenne cave lunghe e sottili, su cui leggo meglio le mangiate talvolta stranamente delicate ma, come già sottolineato, la lettura del galleggiante è questione molto personale quindi potete optare anche per antenne in plastica piena e di diametro più generoso.
Il galleggiante da corrente variabile.
Le zone a corrente lineare e la trattenuta “classica”
Come si è detto questa montatura lavora molto bene anche in zone dove la corrente è più uniforme e l’innesco del coreano per la testa è eccezionale per la sua presentazione in trattenuta bloccata classica. In questo caso l’approccio è in tutto simile a quello già descritto per il bigattino con la sola differenza che si può fare a meno della pasturazione. Non starò dunque a ripetere i principi di base che trovate nell’altro articolo (lenza a 45°, lunghezze, ecc.). Vale tuttavia la pena fare almeno una considerazione importante. Nella pesca in trattenuta bloccata e corrente lineare con il coreano se la postazione è fissa può essere utile introdurre il bigattino come pastura per il semplice fatto che dobbiamo richiamare i pesci; dunque valgono tutte le regole già viste con la sola differenza che sull’amo abbiamo un’esca diversa. Se invece pratichiamo una pesca itinerante non ha senso pasturare. Si tratta di una pesca che consiste nella ricerca delle spigole (lungo l’immediato sotto riva o poco distante da questa) e non essendo la postazione fissa ma variabile (ci spostiamo lungo la riva) pasturare non ha alcun effetto.
Spigola catturata con il coreano in corrente lineare.
Altri spot
Tremolina e coreano sono due esche generiche che tuttavia acquisiscono maggior specificità quando utilizzate nel tratto di foce, divenendo tanto più specifiche quanto più ci si sposta a monte (per via della diversa tolleranza alla riduzione di salinità delle varie specie). A diversi chilometri dalla foce in pratica rimangono giusto le spigole ed i cefali (quest’ultimi maggiormente attratti dalla tremolina che dal coreano). In mare la situazione è molto diversa in quanto sono gradite da praticamente ogni pesce. Qui la pesca della spigola a bolognese con il coreano si effettua prevalentemente al crepuscolo e di notte quando si riduce l’attività dei piccoli pesci di disturbo (ad abitudini prevalentemente diurne) ed aumenta quella delle specie notturno-crepuscolari. Anche l’approccio è decisamente differente in quanto parliamo di tutto un altro ambiente e le considerazioni fin’ora fatte sulle correnti non trovano applicazione. Per questo motivo rimandiamo l’argomento ad un prossimo articolo interamente dedicato al mare.
Ciao Franco, gran bell’articolo sia come testo che come descrizione fotografica. Continuate così perché ci, o meglio mi fate, partecipe delle vostre uscite sia in foce che in mare.
Ringraziandovi Vi auguro BUONE FESTE!!!!! Roberto
Ciao Roberto, grazie per il commento! Ricevere un feedback positivo mi fa molto piacere, per il contenuto in sé ma soprattutto per la decisione di tornare a lavorare sul blog dopo aver dovuto dire addio alla nostra amata rivista. I buoni risultati non erano scontati.
C’è ancora tanto da fare ma le basi ci sono come gli ampi margini di miglioramento!
Buone feste anche a te e a presto,
Franco