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Feeder in fiume: street fishing in inverno

Tem­po di let­tura: 4 minu­ti

Quat­tro mesi sen­za pescare e nel mez­zo un inci­dente alla spal­la. Ora che final­mente, sep­pur sem­pre un po’ mal­con­cio, son rius­ci­to a tornare sul­la riva ho pen­sato che sarebbe sta­to logi­co ripar­tire da dove ave­va­mo las­ci­a­to. Stes­so spot, stes­sa tec­ni­ca, solo che siamo d’in­ver­no. Quin­di anco­ra feed­er, anco­ra fiume e anco­ra street fish­ing. Diverse però le attrez­za­ture, che si fan­no più pesan­ti, e le con­sid­er­azioni poiché l’ac­qua è più fred­da, i pesci meno attivi e c’è più cor­rente. Un arti­co­lo breve, gius­to per sot­to­lin­eare le dif­feren­ze rispet­to all’es­tate.

Alba sul­l’Arno a dicem­bre.

Arno Pisano Inverno

D’in­ver­no poi il fiume cam­bia. Tutte le zone che ave­va­mo map­pa­to in estate subis­cono un rad­i­cale muta­men­to per via delle piogge e delle piene; per questo moti­vo occorre son­dare di nuo­vo, indi­vid­uare le aree di pas­sag­gio dei pesci e quelle libere da osta­coli ed incagli, dove esche e pas­ture pos­sano essere indi­vid­u­ate e lavo­rare cor­ret­ta­mente. La sta­gione inver­nale è la più dif­fi­cile da affrontare ma anche la più affasci­nante e la più tec­ni­ca, quel­la in cui anche un det­taglio appar­ente­mente di minor sig­ni­fi­ca­to può fare la dif­feren­za.

Attrezzatura, esche e pasture

Nel­lo street fish­ing la postazione è ridot­ta all’essen­ziale che comunque per il feed­erista non è poi così “essen­ziale”. Al panchet­to con feed­er arm non si può rin­un­cia­re, come al mat­erassi­no e al sec­chio del­l’ac­qua, che serve sia bagnare la pas­tu­ra, il pesce pri­ma del rilas­cio ma soprat­tut­to per testare il per­fet­to bilan­ci­a­men­to tra esca e amo in caso si uti­lizzi­no pop­up.

La clas­si­ca postazione nel feed­er fish­ing urbano.

Postazione feeder street fishing

Rel­a­ti­va­mente alla can­na opti­amo per una strong da 13 pie­di, con quiver min­i­mo di 3 once, da abbina­re ad un mulinel­lo di taglia 5000 imbobi­na­to con un gen­eroso 0.24. I feed­er par­ti­ran­no dai 45 gram­mi anche per la pesca a breve dis­tan­za, così che stiano ben sal­di sul fon­do in caso di cor­rente, che non man­ca mai, e pos­sano garan­tir­ci un cer­to effet­to aut­o­fer­rante. La mon­tatu­ra è la stes­sa che abbi­amo già vis­to ad agos­to, un eli­cot­tero a ter­mi­nale cor­to, con la sola dif­feren­za del ter­mi­nale che sarà in questo caso più gen­eroso, con un diametro intorno allo 0.22 e comunque bilan­ci­a­to con la lenza madre.

Pas­tu­ra, cage feed­er con guaina in gom­ma e pel­let sef-made.

esche e pasture

Fer­mo restando che esche e pas­ture sono molto per­son­ali e spot speci­fiche, se il tar­get prin­ci­pale sono le carpe spes­so con­viene rimanere sul dolce anche d’in­ver­no. Come pas­tu­ra opto quin­di per un mix di Carpa Gial­la e Breme Black, che si com­pat­ta bene nel feed­er nonos­tante la gran­u­lome­tria vari­abile e pre­sen­ta col­ore scuro con pic­cole par­ti­celle col­orate. I pas­tu­ra­tori migliori sul­la cor­ta dis­tan­za e medio bas­sa pro­fon­dità (le carpe per lo più pas­colano lun­go i mar­gi­ni) sono quel­li a gab­bia che tut­tavia andi­amo a dotare di una guaina in gom­ma, che copra la parte cen­trale, così da ral­lentare il rilas­cio in cor­rente. Il tem­po medio di svuo­ta­men­to, rego­la­to anche con la com­pres­sione, va tara­to sui 5–6 minu­ti e ma nelle fasi iniziali con­viene lan­cia­re e recu­per­are ogni 3, poi la per­ma­nen­za può aumentare a 5 una vol­ta viste le prime man­giate.
Come esca mi affi­do preva­len­te­mente ai pel­let self made del tipo “microwaved” che, pre­sen­tan­do carat­ter­is­tiche di leg­gero gal­leg­gia­men­to, ren­dono il binomio amo-esca più facile da aspi­rare, specie da parte dei ciprini­di più svogliati. Buoni anche i vari wafters; l’im­por­tante è l’in­nesco sia ben bilan­ci­a­to. Per questo moti­vo, quan­do abbi­amo diverse tipolo­gie di pel­let e deside­ri­amo cam­biar­li, il sec­chio con l’ac­qua risul­ta fon­da­men­tale con­sen­ten­do­ci di ver­i­fi­care rap­i­da­mente il bilan­ci­a­men­to ed ottenere sem­pre la pre­sen­tazione migliore.

Carpa

In inver­no le carpe ten­dono a spostar­si meno che in estate ed il suc­ces­so del­la ses­sione di pesca parte da un’atten­ta osser­vazione. Quan­do par­liamo di fiume occorre indi­vid­uare le zone dove l’ac­qua ral­len­ta e anche lun­go i mar­gi­ni vi sono aree di pas­co­lo ed aree che ven­gono pun­tual­mente igno­rate. Inutile stare a dis­cutere su quale sia il reale moti­vo benché è ovvio che una ragione ci sia. Teorie e spec­u­lazioni a parte, dove la cor­rente è più lenta si riesce tut­tavia ad osser­vare il per­cor­so dei pesci, delin­eato dalle clas­siche bol­licine ma fac­ciamo atten­zione poiché la cor­rente stes­sa le spinge a valle. Più dif­fi­cile è osser­vare questo cam­mi­no ad una cer­ta dis­tan­za da riva ma in lin­ea di mas­si­ma l’azione di pesca è sul cor­to rag­gio.

Carpa

Le carpe in ambi­ente nat­u­rale sono pesci dif­fi­den­ti e tran­quil­la­mente igno­ra­no gli inneschi se qual­cosa non tor­na. D’in­ver­no, vuoi per la bas­sa tem­per­atu­ra che la minor attiv­ità, capi­ta spes­so che passi­no pro­prio sopra il sis­tema pes­cante e pros­eguano oltre come se esca e pas­tu­ra non gli inter­es­sas­sero. Altre volte capi­ta che aspiri­no e risputi­no il boc­cone in una frazione di sec­on­do sen­za che il quiver dia il min­i­mo seg­no. D’es­tate sono invece molto più attive e anche gra­zie ad attrez­za­ture e mon­tature più leg­gere la let­tura di ciò che accade in prossim­ità del­l’amo risul­ta più sem­plice.
Curare bene gli inneschi e testare diverse lunghezze del­l’hair rig (come anche del ter­mi­nale) può dunque riv­e­lar­si cru­ciale. Rel­a­ti­va­mente agli inneschi, oltre al loro bilan­ci­a­men­to mani­a­cale, è con­sigli­a­bile avere a dis­po­sizione diver­si col­ori (non trop­pi ma comunque ben dis­tin­ti) poiché se capi­ta di perdere qualche pesce cam­biare tipolo­gia di esca (col­ore e aro­ma) può velo­ciz­zare la ripresa delle man­giate.

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