Il feeder link (tradotto alla lettera “collegamento al feeder”) è un bracciolo rigido scorrevole dotato di girella e moschettone che svolge sostanzialmente due funzioni: antitangle (antigroviglio) e distanziatrice. Si utilizza nella montatura running rig con notevole guadagno in termini di sensibilità e capacità di lancio oltre ad un allineamento ottimale dei settori della lenza sul fondo. Questo accessorio offre dunque la possibilità di sfruttare le migliori caratteristiche del paternoster pur mantenendo la montatura scorrevole. Benché si possano facilmente trovare diversi tipi di feeder link in commercio, la loro realizzazione è molto semplice e vale la pena soffermarsi sulla loro produzione self-made così da poterne costruire anche di misure personalizzate.
Materiali e costruzione
Intendiamoci: un feeder link non è altro che una treccia corta (brillatura) con ai due capi una girella ed un moschettone quindi, se vogliamo rimanere sull’essenziale, servono soltanto un filo di diametro generoso (0.50 mm), una girella ed un moschettone. Per un lavoro un po’ più “professionale” (ma equivalente in termini di funzione) io utilizzerò anche del termorestringente.
Se desiderate chiarimenti su brillature e trecce potete far riferimento ai due articoli dedicati: la brillatura e la treccia antitangle. In caso contrario possiamo procedere.
Il risultato finale: due feeder link con guaina (siliconica+termorestringente a sinistra e unicamente termorestringente a destra).
Nel caso si abbiano a disposizione dei termorestringenti abbastanza lunghi andiamo prima a realizzare il feederlink per intero e poi alla fine ad inserire la guaina su misura. Una volta scaldata (meglio se con con una pistola termica) la guaina si restringerà aderendo alle girelle e rendendo ancor più rigido l’accessorio.
Come procedere: inserire la girella con moschettone lungo il filo (0.50 mm) doppiato (1) e iniziare a brillare (2).
Inserire una girella a circa metà brillatura (3) poi continuare a brillare e chiudere la treccia con un nodo (4). Si può usare un nodo semplice e applicare una goccia di cianoacrilato (così il nodo risulta più piccolo rispetto ad un nodo doppio o a otto).
Far scorrere la girella fino al nodo (5) e inserire la guaina termorestringente lungo tutto il feeder link (6). A questo punto non rimane che scaldare la guaina fino a restringerla quanto basta.
Nel caso non si abbia una guaina termorestringente intera abbastanza lunga si può optare per una costruzione mista in cui sul feeder link viene inserito un tubicino di silicone e solo alle estremità un pezzetto di termorestringente. Chiaramente il tubicino di silicone va fatto scorrere sulla brillatura prima di chiuderla, altrimenti non passerebbe per via della girella (che viene dunque inserita al termine, prima e subito sotto il nodo di chiusura).
Si inserisce il tubicino di silicone lungo la brillatura prima di chiuderla.
Inserito il tubicino si introduce la girella e si chiude la brillatura con il nodo semplice cianoacrilato.
Ai due capi i due pezzetti di termorestringente fissano e rendono rigida l’intera guaina.
Il risultato è pressoché identico a quello ottenuto utilizzando interamente il termorestringente quindi scegliete l’una o l’altra modalità a seconda dei materiali che avete a disposizione.
Quanto al colore non c’è di che preoccuparsi poiché il feeder link lavora adagiato sul fondo e su questo si confonde: che sia trasparente, opaco o nero poco importa.
Come si presenta il feeder link in silicone una volta ultimato.
Abbiamo visto come costruire dei feederlink con guaina; in realtà in commercio sono disponibili anche modelli del tutto privi di guaina quindi potete realizzarne anche di “nudi”. L’importante però è che non vi siano appigli quindi almeno i due piccoli pezzetti di termorestringente alle estremità sono fortemente consigliati.
Feeder link “nudo”
Anche qui vi sono diverse modalità di realizzazione, dalle più semplici alle più elaborate. Vi mostro quella che preferisco ma in mancanza di materiali potete addirittura limitarvi a due semplici nodi di collegamento ai moschettoni. Si tratta comunque di un procedimento molto rapido.
L’occorrente: uno spezzone di filo di diametro minimo 0.50 mm, una girella semplice, una girella con moschettone, due manicotti da crimpatrice (e relativa pinza), un tubicino termorestringente.
(1) Si collega la girella con moschettone al filo (preferibilmente fluorocarbon perché più rigido) schiacciando il manicotto su un’asola (senza nodo).
(2) Si fa lo stesso all’altro capo dello spezzone di filo collegandovi la girella semplice.
(3) Si coprono i manicotti e parte delle girelle con due pezzetti di tubo termorestingente. È opzionale ma ciò rende i due capi più rigidi ed elimina ogni possibile punto di appiglio.
Non essendo brillato e non avendo guaina il feeder link “nudo” è chiaramente più flessibile rispetto ai modelli visti prima. Benché in commercio alcune aziende li propongano addirittura con trave dello 0.45 mm il mio consiglio è di non scendere sotto lo 0.50 mm, specie se ne create di una certa lunghezza poiché tanto più sono lunghi tanto meno sono rigidi.
Utilizzo
I feeder link si usano nella montatura running rig che in questo caso prende anche il nome di paternoster scorrevole. Ne parleremo in dettaglio nell’articolo dedicato. Benché possiate produrli di qualsiasi misura quelle più utilizzate sono 4, 6 e 8 cm (con piccole variazioni a seconda della casa produttrice ma più o meno le lunghezze sono queste).