Con questo articolo entriamo maggiormente nel dettaglio di una delle montature più utilizzate (se non la più utilizzata in assoluto) nella pesca a feeder, il running rig. Come spiega lo stesso nome (running=scorrevole) la principale caratteristica distintiva è la possibilità per il pasturatore di poter scorrere sulla lenza madre. Questa caratteristica presenta due vantaggi: il pesce tende ad avvertire poco o nulla la presenza della zavorra nel momento in cui decide di attaccare l’esca e, altro aspetto importantissimo, in caso di incagli e rotture della lenza madre il pesce può facilmente liberarsi (quantomeno del feeder).
Nella nostra introduzione alla pesca a feeder (Legering: lo swimfeeder) è stata presentata una versione semplificata di running rig, già di per sé sufficiente e performante nel svolgere la sua funzione; qui ne vediamo una leggermente più elaborata e moderna che fa uso del feeder link.
Running rig: quando e perché
Il rig lavora bene nella maggior parte delle condizioni, sia in acqua ferma che corrente. Se la versione classica (priva di feeder link) è però consigliata in presenza di fondali relativamente duri (per via dello stretto rapporto di vicinanza tra pasturatore e lenza madre), la versione dotata di feeder link presenta buone prestazioni anche su quelli morbidi (ma non troppo, altrimenti conviene passare all’helicopter rig).
La montatura in pesca. Con la presenza del feeder link i rapporti tra i vari settori ricordano quelli di un paternoster. Chiaramente in questo caso il settore di collegamento al feeder è scorrevole.
Le proprietà antitangle (antigroviglio) del running rig sono ottime, rendendolo ideale su tutte le linee di pesca, anche quelle più distanti. Volendo schematizzare:
- Montatura: Running rig con feeder link (paternoster scorrevole)
- Fondale: duro e morbido (ma non eccessivamente molle)
- Distanze: tutte (pesca sia a corta che a lunga distanza)
- Corrente: assente o presente (di qualsiasi entità)
Cosa significa “paternoster scorrevole”?
Per i puristi il paternoster è e rimane un paternoster, una montatura fissa con feeder derivato e dall’effetto bolt (autoferrante) più o meno spiccato. Sempre nella nostra introduzione al feeder (Legering: lo swimfeeder) potete trovare tutte le caratteristiche oltre che la tecnica costruttiva semplificata.
Il running rig con feeder link gli somiglia per lo più per il fatto che il feeder viene appunto distanziato dalla lenza madre tramite il feeder link (che vi ricordo trovate qui). Il fatto che il pasturatore sia distanziato riduce ulteriormente la possibilità che il pesce avverta il peso della zavorra e favorisce la trasmissione della tensione (generata dalla mangiata) al quiver (la vetta della canna da feeder). Ne viene che il running rig con feeder link:
- ha prorietà antitangle maggiori del running rig classico (come un paternoster);
- è una montatura più sensibile del running rig classico (come un paternoster) ;
- lavora meglio in corrente (come un paternoster);
- rispetto ad un paternoster la montatura è scorrevole.
Da qui il termine “improprio” di paternoster scorrevole o “running paternoster rig”, utilizzato peraltro anche nel bomb fishing (legering con piombo diretto).
Costruzione di un running rig con feeder link
Vediamo ora come realizzare la montatura e alcuni accorgimenti a seconda del tipo di approccio che intendiamo mettere in campo. Cosa ci occorre:
- 1 feeder link
- 2 stopper in gomma
- 1 sgancio rapido
Facciamo scorrere il feeder link lungo la lenza madre e inseriamo i due stopper in successione; a questo punto realizziamo una brillatura diretta che includa lo sgancio rapido per il terminale. La brillatura dovrà essere lunga leggermente più del doppio del feeder link. La montatura è terminata.
Il feeder link è libero di scorrere lungo la lenza madre ma lo scorrimento è bloccato in basso dai due stopper in gomma che precedono il nodo di chiusura della brillatura.
Il capo libero della brillatura include una girella a sgancio rapido per la connessione al terminale.
Come si presenta la montatura una volta realizzata.
Ora soffermiamoci su alcuni particolari. Come lunghezza della brillatura ho indicato “leggermente più del doppio rispetto alla lunghezza del feeder link”. Il motivo risiede nella funzione di questa brillatura che è essenzialmente, ma non esclusivamente, quella antitangle (antigroviglio). In ogni caso lo sgancio rapido che si trova all’estremità libera della brillatura deve cadere sotto il feeder altrimenti la funzione antitangle viene compromessa. Dunque se ammettiamo di utilizzare un feeder link di 8 cm, la lunghezza della brillatura dovrebbe essere di circa 20 cm.
I rapporti nella montatura: lunghezza del feeder link, lunghezza della brillatura e margine antitangle.
La rigidità di una brillatura è funzione dello spessore del filo intrecciato (oltre che delle sue caratteristiche). Una lenza madre inferiore allo 0.22 mm difficilmente vi consentirà di realizzare un buon running rig di questo tipo. I terminali da associare vanno dallo 0.145 mm (qui parliamo di pesca con il bigattino) fino allo 0.20 (in caso di ami più grandi ed esche voluminose). Aumentando il diametro (ed il carico di rottura) della lenza madre si può salire ovviamente anche con il terminale ma raramente mi spingo oltre lo 0.24 mm che ritengo (a torto o a ragione) un po’ la misura limite per il filo in bobina da utilizzare nel feeder classico, almeno come lo pratico io. Andare oltre significa affrontare condizioni particolari che sfociano più negli approcci specialistici.
Approccio leggero
Anche se minimo — parliamo dell’ordine di 0.1 grammi per quelli di misura media, pari ad un pallino del n.6 — lo sgancio rapido ha un suo peso. In acque ferme o molto lente, quando si è alla ricerca di pesci che prediligono terminali abbastanza lunghi e sottili da insidiare con il bigattino (classico esempio la spigola) può essere utile non inserire in brillatura alcun elemento accessorio e collegare il terminale con un classico loop to loop (asola-sola). Qui si usano pasturatori di basso peso e dai fori ampi che perdano, volutamente, larve durante la calata. Il terminale lungo e abbastanza sottile (in genere uno 0.145 in fluorocarbon) in questo modo cala lentamente ed essendo privo di peso è più incline a “svolazzare” anche se la corrente è piuttosto debole. Questo approccio offre maggiori chance di intercettare i pesci durante la discesa e comunque riesce a presentare meglio il piccolo innesco a livello del fondo.
Particolare di un collegamento loop to loop (asola-asola) tra brillatura del running rig e terminale.
La rigidità del feeder link e della brillatura aiutano a mentenere “ordinata” la struttura del rig e la naturalezza della presentazione viene garantita dal terminale lungo e sottile. Pescando a livello del fondo ed utilizzando un fluorocarbon trovo abbastanza inutile scendere oltre lo 0.14 come terminale. Non stiamo pescando al colpo (con la montatura sospesa) ma pressoché sdraiati; già il fluorocarbon ha un indice di rifrazione prossimo a quello dell’acqua (scarsa visibilità) e dobbiamo anche preoccuparci di eventuali fenomeni di abrasione durante le partenze. Aggiustare la lunghezza è spesso più conveniente che scendere di diametro, il che pone peraltro anche problemi al gradiente di elasticità.
Lunghezza del feeder link
Quando abbiamo parlato di come realizzare il feeder link ho indicato le misure commerciali che vanno indicativamente dai 4 agli 8 cm. Personalmente trovo quelli più corti meno utili rispetto alle misure più lunghe in quanto tanto più si accorcia il feeder link tanto più ci avviciniamo al running rig classico e tanto più ci allontaniamo dal paternoster (per quanto riguarda le misure dei settori e la loro funzione). Saper realizzare i feeder link ci permette di uscire dallo standard e poterne produrre di qualsiasi lunghezza.
Fermo restando che quelli dai 6 agli 8 cm sono i più versatili (e vi consiglio di usare queste misure nella maggior parte dei casi) vi sono situazioni particolari in cui un feeder link più lungo (anche fino a 15 cm) vi permette di costruire un paternoster scorrevole decisamente ampio che ha un ruolo non marginale in certe condizioni. Le prenderemo in considerazione più avanti in un articolo dedicato.
Opzionale: rendere sostituibile il feeder link
Non vorrei complicare una montatura che ha nella sua semplicità uno dei maggiori punti di forza ma sento la necessità di accennare ad una possibilità, quella di prevedere la rapida sostituzione del feeder link e quindi di variare la lunghezza del settore di collegamento al feeder senza dover rifare tutto il rig.
Running rig con feeder link sostituibile.
Sono casi particolari ma può capitare che una variazione di fondale (più o meno morbido) o di corrente (più o meno intensa) o di distanza di lancio ci spinga a riflettere sulla lunghezza del feeder link e a verificare se un settore di collegamento diverso possa portare o meno maggior beneficio.
Di solito accade quando ci si imbatte in spot nuovi ma anche nei soliti se sono soggetti a cambiamento nel tempo come in fiume, dove ogni linea di pesca ha una storia a sé per via della corrente.
Per rendere la montatura più versatile in questi casi dobbiamo:
- modificare leggermente i feeder link;
- realizzare un running rig classico (girella con moschettone scorrevole sulla lenza madre)
- prevedere una brillatura di lunghezza compatibile con il feeder link più lungo a disposizione.
In altre parole, ammettiamo di avere con noi tre tipi di feeder link es. da 5 cm, 10 cm e 15 cm: realizzeremo un running rig classico con brillatura intorno ai 30 cm così che tutti e tre i feeder link possano essere montati senza particolari problemi. In questo caso io realizzo dei feeder link “nudi ad asola”, cioè privi di guaina e con una semplice asola al posto della girella semplice.
A questo punto avremo la possibilità di pescare con il running rig classico (feeder direttamente collegato alla girella con moschettone sulla lenza madre) e quindi con una montatura molto “schiacciata” sul fondo, ideale per fondali duri in tutte quelle condizioni in cui si opta per un terminale lungo (corrente oppure pesci particolarmente diffidenti in acqua ferma o lenta).
Oppure potremo collegare un feeder link di varia lunghezza, distanziando così il pasturatore dalla lenza madre in stile paternoster. In questo caso io sono solito (ma non è strettamente necessario) applicare un cappuccio sul moschettone per limitare movimenti inutili. Il principio è che nelle montature dovrebbero muoversi e ruotare solo gli elementi necessari, benché poi alcuni movimenti in più di fatto non creino particolari problemi. Una scelta da pescatori particolarmente meticolosi che potete seguire oppure no.
In conclusione
Le interpretazioni che molti pescatori danno del running rig sono diverse e ciò porta a numerose varianti. Io stesso credo di averne presentate nel corso degli anni almeno una decina e forse più. Tra le più frequenti c’è la versione semi-scorrevole in cui uno stopper in gomma viene collocato a monte, sulla lenza madre, per lo più per facilitare le operazioni di innesco evitando così che il feeder scivoli via e batta sul quiver. Utile per il pescatore, meno per la funzione di salvaguardia del pesce in caso di rotture della lenza (a monte dello stopper si intende). Giustificare questa scelta con l’introduzione di una funzione autoferrante (bolt effect) è a mio avviso poco logico: se volete una montatura di questo tipo non è il running rig, ce ne sono altre più efficaci. Analogo è il rig semi-scorrevole con pasturatore inserito all’interno di un’asola ampia, che pur ho utilizzato per molto tempo ma che alla fine ho deciso di abbandonare.
Se desideriamo un rig realmente scorrevole (free running rig) realizziamolo senza blocchi. Se vogliamo una montatura autoferrante optiamo per un elicottero classico piuttosto corto, raccolto, e con una zavorra di peso discreto.
Ciao Franco come stai? È da un po’ che non ti sento con nuovi aggiornamenti sul sito però leggo sempre con molto piacere i tuoi consigli passati sul blog. Leggendo questo articolo e in particolare quando dici: “Se la versione classica (priva di feeder link) è però consigliata in presenza di fondali relativamente duri (per via dello stretto rapporto di vicinanza tra pasturatore e lenza madre)” per un mio limite non riesco a capirne il significato e cioè in che modo lo stretto rapporto di vicinanza viene coinvolto con la durezza del fondale. Grazie in anticipo se riuscirai a rispondermi. Un saluto.
Ciao Giovanni,
è stato un anno un po’ particolare. Prima un incidente alla spalla che mi ha tenuto fermo per i primi mesi della stagione, poi le frequenti piogge e piene del fiume, infine il lavoro e il caldo, che in questa parte dell’anno sono sempre il principale fattore limitante.
Insomma ho pescato molto poco, ma ci sono e a settembre ripartiamo come al solito 😉
Relativamente alla tua domanda il motivo della considerazione suddetta è legato ad un principio di base, quello per cui sui fondali morbidi il pasturatore (se di un certo peso) tende un po’ ad affondare e, se privo di deriva, a “schiacciare” un po’ troppo il terminale sul fondo.
Con tutte le varianti del caso (natura del fondale, peso del feeder, lunghezza e diametro del terminale e peso dell’innesco) si tende a preferire un rig con deriva più lunga (paternoster fisso, scorrevole o elicottero) su questi fondali più morbidi, mentre su quelli duri la scelta viene influenzata da altri fattori (es. corrente).
Quindi un principio di base che non va preso come vangelo, ci mancherebbe, ma in considerazione sì. Insomma occorre sempre domandarsi, a seconda dello spot, quale possa essere la miglior presentazione possibile 🙂
Poi che i pesci rispondano o meno è tutta un’altra storia, ma almeno cerchiamo di assicurarci di fargli vedere l’esca al meglio delle possibilità 😉