Quando si parla di galleggianti trovare una via di mezzo è difficilissimo. Si rischia di trattare l’argomento in maniera troppo superficiale o troppo tecnica finendo in entrambi i casi con lo scontentare o annoiare una platea piuttosto vasta di pescatori. Dobbiamo poi tener conto che il blog ha un taglio diverso dalla “rivista” (newsletter in PDF) cui dedichiamo approfondimenti e articoli meno panoramici. Dunque ci limitiamo qui a quanto basta per avere un quadro ampio ma alla portata di tutti concentrandoci sugli aspetti essenziali, che poi son quelli su cui si fonda una pesca sportiva ricreativa fatta con cognizione di causa. Ed effetto.
La struttura di base di un galleggiante
I galleggianti da bolognese sono del tipo “top and bottom” il che significa che a differenza di quelli inglesi, gli wagglers (bottom only), vengono fissati in lenza sia in alto che in basso. Vi si identificano tre parti che sono l’antenna, il corpo e la deriva. Diverse antenne, corpi differenti e derive di vario tipo determinano un numero molto ampio di galleggianti e rendono la scelta davvero complessa.
Tre forme: carota, goccia e palla da rugby.
Non c’è peraltro neanche troppa uniformità di vedute sulle forme, il che rende il discorso assai spinoso. Proviamo a partire da questo aspetto prima di affrontare gli altri.
- Galleggianti body up: sono galleggianti il cui corpo è più ampio in alto (si parla di “spalle”) e va assottigliandosi in basso. Le spalle possono essere più o meno larghe e questo genera forme che in genere si chiamano a carota (spalle non troppo pronunciate), a goccia rovesciata (spalle medie) e a pera rovesciata (spalle molto pronunciate e corpo che si assottiglia rapidamente).
- Galleggianti body down: sono galleggianti il cui corpo è più ampio in basso (si parla di “pancia”) e va assottigliandosi in alto. In pratica sono l’inverso dei precedenti. La pancia può essere più o meno grande e questo genera forme che in genere si chiamano a goccia (più o meno allungata) e a pera (pancia ampia e corpo più corto). Qui le similitudini si sprecano perché dovrebbero esser compresi in questa categoria anche gli ovetti dato che non sono simmetrici ed hanno la parte bassa più pronunciata di quella alta ma siamo veramente al limite.
- Galleggianti a palla da rugby: sono galleggianti simmetrici in cui la parte più larga del corpo è quella centrale e vanno assottiglliandosi (relativamente) in modo identico sia verso l’alto che verso il basso. Quando il corpo è molto raccolto e si avvicina ad una forma quasi sferica vengono definiti a oliva.
Galleggianti body up
Tra i body up quello che viene utilizzato più di frequente è il galleggiante a carota in quanto ha caratteristiche che non enfatizzano troppo questo o quel comportamento. Si tratta di un galleggiante che lavora bene in due situazioni opposte: acqua ferma o molto lenta e acqua veloce. Vediamo perché.
- Acqua ferma o molto lenta: Essendo affusolato, con il corpo che si assottiglia in basso, non oppone resistenza all’affondamento e risulta quindi un galleggiante sensibile. Il fatto che sia sensibile e che affondi facilmente fa sì che oltre che ferma l’acqua debba essere anche calma quindi in mare può risentire del moto ondoso, anche leggero. Se da una parte il problema può essere attenuato tarandolo meno, dall’altra questo lo snatura un po’. In pratica se c’è un po’ d’onda cambiate galleggiante.
- Acqua veloce: per veloce si intende la presenza di una corrente che richieda un certo grado di trattenuta. Avendo le spalle larghe il galleggiante si trattiene bene in quanto offre resistenza allo scivolare fuori dall’acqua. Attenzione però al fatto che la corrente deve essere lineare in quanto avendo il corpo affusolato se c’è un po’ di turbolenza o corrente non lineare tende a sbandare.
Galleggianti body down
Anche i body down lavorano bene nelle due condizioni opposte seppur presentando caratteristiche diverse dai body up.
- Acqua ferma o molto lenta: La presenza della pancia rende questo galleggiante più stabile poiché ne ostacola l’affondamento. In pratica si potrebbe dire che rispetto al galleggiante a carota sia meno sensibile e quindi da preferire in almeno due situazioni: se c’è disturbo superficiale (onde dovute al vento o ad una leggera risacca) e se peschiamo con un certo appoggio sul fondo. In realtà la sensibilità è anche funzione della taratura pertanto per enfatizzare questo comportamento può essere utile, almeno in mare, sottotararlo leggermente.
- Acqua veloce: in corrente i body down si mostrano molto più stabili dei precedenti in presenza di correnti non lineari, con rotture e turbolenze e sono ideali nella pesca a dragare. Ma sono attimi anche con correnti lineari e molto sensibili se tarati opportunamente. In pratica sono galleggianti da passata ideali che ben rispondono anche a trattenute sia di controllo che più lunghe.
Galleggianti rugby ball
I galleggianti a palla da rugby sono una sorta di via di mezzo tra i precedenti tanto da poterli definire “all round” in quanto affondano abbastanza bene e tengono abbastanza bene anche il moto ondoso. Insomma un equilibrio, o meglio un compromesso, tra sensibilità e stabilità.
Ovviamente anche in questa categoria, come nelle altre, ci sono forme che enfatizzano alcune caratteristiche a discapito di altre. Per intenderci, tanto più questi galleggianti si fanno affusolati e lunghi più sono sensibili e meno sono stabili. Più si accorciano e si allargano, tendendo quindi ad una forma pressoché sferica (benché sempre più larga al centro), più sono stabili e meno sono sensibili.
Talvolta le differenze sono appena percettibili e insistere troppo sulla forma può complicare inutilmente una questione, quella del comportamento, che include anche la portata e le dimensioni, come la taratura, come caratteristiche accessorie ma non meno importanti tipo antenna e deriva.
Antenna e deriva
Le antenne di segnalazione in un galleggiante influenzano sia la visibilità che il comportamento. Spesso si tratta di trovare un equilibro tra questi due aspetti in quanto non vediamo tutti allo stesso modo e conviene, per dire, rinunciare a qualcosa in termini di effetto sul galleggiante pur di vedere bene le mangiate. Il contrario non avrebbe alcun senso.
I tre tipi di antenna da prendere in considerazione sono le antenne cave, quelle di plastica piena e quelle in fibra. Per ciascuna di queste le caratteristiche dipendono anche dal diametro con quelle più sottili che sono ovviamente più sensibili di quelle di diametro maggiore.
- Antenne cave: Sono le più visibili e le più portanti. Il fatto di essere cave le fa attraversare bene dalla luce ed il fatto di contenere aria le fa galleggiare meglio delle altre. Si utilizzano quando è necessario qualcosa in più in termini di visibilità oppure di portata. A parità di diametro sono dunque meno sensibili delle altre.
- Antenne in plastica piena: piene per modo di dire perché presentano anche queste un canale cavo, seppur di diametro minimo. Hanno una buona visibilità (minore delle cave) e galleggiano, ma sulla portata del galleggiante hanno un’influenza trascurabile poiché il canale interno è troppo piccolo. Sono antenne resistenti.
- Antenne in fibra di vetro: molto sensibili in quanto non offrono la minima resistenza all’affondamento e sono di diametro ridotto. La visibilità sulla distanza è minore delle precedenti.
Ci sono poi altri tipi di antenna (carbonio, ferro, miste) ma nella pesca a bolognese e specie in mare le tre descritte sono le più comuni.
Per concludere il discorso non rimane che accennare brevemente alle derive e anche in questo caso ne menziono giusto tre.
- Deriva in acciaio: è una deriva pesante che tende a stabilizzare meglio e più velocemente il galleggiante e quindi a renderlo responsivo in maniera più rapida oltre che stabile in corrente. Ha il difetto di essere facilmente deformabile.
- Deriva in carbonio: è una deriva più leggera e quindi a parità di portata e materiale del corpo fa sì che i galleggianti siano più piccoli e sensibili. Ha il difetto di essere fragile.
- Deriva in fibra di vetro: deriva pesante e robusta, indeformabile. Un compromesso tra le due e più adatta a galleggianti che possono essere sottoposti a forte stress.
Dovrei aver detto il giusto, senza eccedere in un senso o nell’altro. Rimane che il galleggiante è anche questione molto personale, strettamente legata alla percezione del singolo pescatore quindi al di là di regole generali l’esperienza vi dirà quale è il galleggiante che in determinate condizioni fa più al caso vostro.