Come innescare il bigattino? Anche se la maggior parte dei lettori ben sa come innescare le larve di mosca carnaria un blog che parla di pesca non può esimersi dal pubblicare un contenuto dedicato a questo argomento. Nel farlo cercherò di fornire più informazioni possibili motivando ogni scelta al fine di rendere la lettura più interessante possibile. Mi auguro che tra le tante righe ci sia qualcosa di nuovo o qualche spunto anche per i più attenti ed esperti.
Anatomia in breve
Il bigattino da pesca classico (baco da sego, cagnotto, ecc.) corrisponde in genere al terzo stadio larvale della Sarcophaga carnaria (mosca carnaria). Al terzo stadio la larva misura mediamente un centimetro ed è caratterizzata da un corpo di forma affusolata suddiviso in undici segmenti e in cui si riconoscono una porzione anteriore, più ridotta e appuntita, corrispondente alla testa ed una porzione posteriore, caudale e di maggior diametro corrispondente alla coda.
Bigattino al terzo stadio larvale (si noti la presenza della macchia scura dorsale).
Particolari della testa (sinistra) e della coda (destra) con gli spiracoli posteriori.
La larva è dotata di movimento grazie ad una serie di contrazioni peristaltiche coordinate e se posta su un piano orizzontale si può notare come tale movimento la faccia procedere sulla superficie ventrale, mentre quella dorsale (riconoscibile grazie alla classica macchia scura) rimane sempre rivolta verso l’alto. Questo aspetto è particolarmente importante quando si parla di inneschi e quindi del posizionamento dell’amo che deve alterare il meno possibile il movimento naturale dell’esca quando questa si trova adagiata sul fondo. Nella testa del bigattino è visibile l’apparato buccale cefalo-faringeo munito due uncini che, mossi da piccolissimi muscoli, sono in grado di strappare fibre di carne.
La larva è sprovvista di occhi. Poco dietro e lateralmente, da entrambi i lati del prototorace, vi sono gli spiracoli anteriori, delle aperture che avrebbero un ruolo nella respirazione benché meno importante rispetto agli spiracoli posteriori.
Gli spiracoli posteriori, all’estremità caudale, sono quelli che molti pescatori definiscono impropriamente “occhietti” e vengono utilizzati dal bigattino per respirare quando la testa affonda e si fa strada nella carne.
La macchia scura dorsale tipica dei bigattini freschi rappresenta infine l’apparato digestivo (gozzo e intestino medio) ripieno di cibo. Quando il bigattino cessa di alimentarsi, prima di evolvere in pupa, l’intestino viene svuotato attraverso l’apertura anale posteriore, la macchia gradualmente scompare e il colore vira dal biancastro iniziale al giallastro.
Ne viene che riconoscere i bigattini freschi richiede l’osservazione di queste caratteristiche: colore chiaro, movimenti vivaci e macchia scura grande e ben evidente sul dorso. Al contrario i bigattini vecchi sono più scuri, si muovono più lentamente, sono privi di macchia dorsale e presentano una cuticola più spessa e tenace.
Comportamento in acqua
In acqua calma e ferma (in assenza di turbolenza e/o corrente importante) e al netto dei movimenti, il bigattino affonda più o meno in orizzontale cioè con asse maggiore parallelo (si fa per dire) alla superficie dell’acqua e al piano del fondo. Se in queste condizioni noi presentiamo la larva singola sull’amo in calata e sollevata dal fondo (under depth) sarà bene che abbia lo stesso orientamento di quelle che scendono e tra le quali deve confondersi. Questo è il motivo per il quale nella pesca a pesci molto sospettosi in acque chiare e ferme spesso si parla di innesco laterale, cioè con il bigattino appuntato appena sotto pelle nella parte centrale. Questo innesco influenza non solo la disposizione del bigattino ma anche la velocità di discesa, fattore tuttavia rilevante solo in caso di lenze leggerissime se non addirittura prive di piombatura attiva. In ogni caso si tratta della presentazione in assoluto più naturale quando l’esca è sollevata dal fondo.
Discorso diverso è se il bigattino deve lavorare poggiato sul fondo (over depth). Le condizioni sono sempre le stesse poiché non devono esserci fattori che ne alterino il normale comportamento, quindi acqua calma, ferma o molto lenta. In questo caso il bigattino tende a disporsi disteso sul fondale e, almeno per breve tempo, è addirittura capace di “camminare”. In questo caso l’innesco non dovrà disturbare la posizione e il movimento del bigattino sul fondo. L’innesco del bigattino singolo sarà dunque per la coda con la punta dell’amo rivolta verso l’alto.
In condizioni di corrente e moto caotico/turbolento delle larve in pastura è più complesso intuire come si presentino agli occhi del pesce i bigattini e molto probabilmente lo faranno in modalità diversa da larva a larva motivo per il quale l’innesco del bigattino singolo può essere variabile anche se di solito si preferisce per la testa o per la coda.
Gli inneschi di più bigattini sullo stesso amo hanno lo scopo di presentare un boccone più generoso a pesci che non vanno troppo per il sottile (vuoi per abitudini intrinseche o del momento). Si tratta di inneschi meno naturali in quanto, tranne il caso che si stia pasturando con l’incollato, in acqua il pesce non troverà mai due o tre larve unite tra loro. Sono comunque molto efficaci ed utilizzati, specie quando si sale di diametro con il finale e sono richiesti ami più grandi. Si tratta di inneschi per pesca sul fondo (terminale sdraiato nella pesca al colpo oppure legering e feeder), per condizioni di acque scure e in generale quando l’attrazione visiva gioca un ruolo rilevante. Molto utilizzati sono gli inneschi multipli di bigattini morti nella pesca di vari ciprinidi in acqua dolce.
Gli inneschi in dettaglio
Innesco singolo laterale
Si utilizza nella pesca al colpo con ami molto piccoli e terminali sottili nell’approccio in calata e sospeso dal fondo in acqua ferma o molto lenta. Lo scopo è quello di mimare un affondamento più naturale possibile ed un assetto allo stato stazionario (a calata terminata) più o meno orizzontale e simile a quello delle altre larve in discesa. Innesco da pesci diffidenti che mangiano in calata o a mezz’acqua. Ottimo per le spigole. L’amo va appuntato appena sotto pelle e lateralmente (non sulla macchia scura dorsale).
Innesco singolo per la testa
Simile al precedente ma molto meno naturale in calata. Presenta una spiccata vivacità ma una vitalità ridotta. Ottimo per la pesca al colpo con amo leggermente sospeso o a sfiorare il fondo. A questo livello va bene sia per l’acqua ferma che corrente.
Innesco singolo a calzetta
Il bigattino viene calzato sul gambo (medio-lungo) dell’amo a partire dalla porzione posteriore in modo che la testa del bigattino si collochi prossima alla curvatura dell’amo. La mobilità della larva è limitata. Si utilizza generalmente per piccoli pesci dalla mangiata estremamente delicata che tendono a “rovinare” (il classico bigattino “ciucciato”) la larva singola innescata in altri modi senza rimanere allamati.
Innesco doppio testa-coda
Uno degli inneschi multipli più conosciuti ed utilizzati. Il primo bigattino (verso il gambo) viene innescato per la coda, il secondo (verso la punta) per la testa. Lo scopo è di ridurre l’effetto elica che si verifica se inneschiamo i due bigattini dalla stessa parte. Anche se l’ingombro a livello della curvatura dell’amo è il medesimo è sempre consigliabile che la parte più sottile della larva (la testa) sia quella più prossima alla punta.
Innesco doppio testa-laterale
In pratica il primo bigattino viene innescato laterale e fatto scorrere sul gambo dell’amo mentre il secondo, innescato per la testa, va a collocarsi nella curvatura. L’innesco mantiene una notevole vivacità ed è più corposo rispetto a quello singolo per la sola testa. Non è soggetto ad effetto elica e rappresenta un’opportunità interessante per presentare un boccone più generoso ma relativamente compatto che nasconde il gambo dell’amo.
Innesco a ciuffetto
Si tratta di un innesco per ami abbastanza grandi e destinato a grufolatori. Si utilizza nella pesca a fondo sia a bigattino vivo che morto (quest’ultimo per lo più in fiume). Per una questione di ingombro della curvatura è consigliabile innescare i bigattini per la testa; così facendo le code si aprono a ventaglio mentre la punta dell’amo rimane ben libera.
Buongiorno Sig. Franco complimenti davvero per i suoi articoli, sono sempre davvero completi dettagliati e capillari nonchè, dato il loro spessore tecnico, contribuiscono a fare chiarezza spesso su molti dubbi relativi alla nostra passione in special modo per quanto attiene la pesca a bolognese e il feeder.
Volevo, se possibile dare un suggerimento, se era possibile trattare in futuro come realizzare in modo efficace la treccia di pane francese in casa (dato che spesso è introvabile presso i rivenditori) e visto che in alcune situazioni è davvero micidiale messo a confronto con esche quali il panbauletto/pancarrè (i quali però non reggono al confronto in quanto a tenuta sull’amo) o il petto di pollo (che pure è efficace ma viene attaccato esageratamente dalla minutaglia quando il nostro obiettivo sono i muggini).
Distinti saluti,
Stefano Cusmai
Ciao Stefano, innanzitutto grazie per il commento. Sulla pesca con il pane ci sarebbe da scrivere un libro tanti sono gli argomenti da trattare e sì, potremmo aggiungere un articolo dedicato al pane francese. Però per curiosità ti chiedo se gli inneschi di panbauletto li hai provati tutti, in particolare i punzonati a becco di flauto (come descritto nell’articolo dedicato). Il pancarrè non va bene poiché ha una struttura diversa, ma il pane da sandwich se ben compresso nella parte da appuntare e meno compresso nella parte esterna ha delle ottime caratteristiche, sia di tenuta che di tenerezza. Metto comunque in programma il francese nelle esche fai da te.
A presto,
Franco
Si ho provato ad innescarli anche in modalità “dischetto” tramite punzone previo schiacciamento ma l’effetto congiunto dell’acqua e della scarsità di tenuta dovuta forse alla mancanza di ingredienti collanti o gommosi come nel pane francese o alla presenza dell’ormai onnipresente alcol ne inficia la tenuta troppo rapidamente e al primo “succhio” del cefalo viene via segnalandomi poco sul galleggiante l’avvenuta rapina.. :-))
Sicuramente una situazione interessante 🙂
Io con quel pane (da sandwich) pesco prevalentemente a feeder e le mangiate sul quiver da 0.75–1 oz si vedono bene, producendo un tipico tremolio che corrisponde alla “puppata” del cefalo. E ti dirò che quando mangiano male e poco, il boccone torna a riva bello zuppo ma cmq sempre molto resistente.
Sono comunque bocconi generosi, ben compressi e innescati su ami mai piccolissimi e spesso tramite hair rig. Un innesco per cefali di una certa taglia che si pescano sul fondo. Ma anche il fiocco innescato diretto (come nell’articolo) ha una tenuta interessante, reggendo all’attacco delle aborelle che spilluzzicano sempre l’innesco con una certa violenza.
Questa rapina senza la minima segnalazione significativa sul galleggiante mi turba non poco 🙂 Ti chiederei qualche info in più sul setup della lenza e se i punzoni li realizzi con gli strumenti commerciali o con la siringa.
Quanto al pane francese fatto in casa la maggior parte delle ricette non prevede la presenza di sostanze “gommose” nell’impasto. Si tratta per lo più di ricette semplici e renderlo più o meno gommoso diventa una questione di scelta della farina, di lievitazione e di cottura. Si dovrebbe cioè fare quasi il contrario di quello che si fa per produrre un buon pane alimentare in casa, non so se mi spiego.
Lo mettiamo in cantiere. Se vuoi scrivimi a redazione@… che ci teniamo aggiornati direttamente!
La lenza è la solita che viene mostrata nel blog nei primi articolim, ovvero galleggiante da 1 gr (nel blog mi pare che fosse da 1,5 gr) montata su filo dello 0,14 poi in prossimità della forcella, torpilla secca da 0,50/0,70 g bloccata da tre pallini in alto e due pallini in basso nel n°7 oppure n°8…microaggancio e forcella di 70 e 50 cm, ami del n°12 per il pane o ami del n°14/16/18 per il pollo.
Canna fiorentina con azione morbidissima…mi diverto a morire la piega con i mugginoni arriva fino al calcio ;)).
Taratura del galleggiante con le antennine autocostruite da me.…(a proposito ho visto in questo articolo un approfondimento a riguardo…io di solito per avere ancora maggiore sensibilità sulle mangiate dei muggini uso autostruire le antennine con il materiale della stessa deriva e verniciarle partendo da metà con bianco e poi rosso fluo per poi terminare con l’adattatore da 4,5 mm ottenuto perforando un classico segnalatore da galleggiante viene in totale una 10 di cm lunga, sensibile e affondante).
Taratura del fondo con amo sul terminale piu lungo appoggiato sul fondo, pastura fatta da me.
Comunque grazie per lo dritta proverò il pane per sandwich anche se a dire il vero il tipo di cefalo che gradisce il pane più di tutti è il bosega insidiabile anche con bigattino perchè per i mazzardelli ci vuole la pastella qui dalle nostre parti, il pollo pare invece più gradito dai verzelata e dalle garge d’oro.
saluti,
Stefano Cusmai
ah dimenticavo…nelle prove effettuate ho punzonato il pane tramite una siringa tagliata all’estremità.
saluti e a presto.
Ok, mi sembri abbastanza esperto in questa pesca da esimermi dal dare consigli 🙂 Di pane da sandwich però ce ne sono tanti tipi e ci sono differenze tra le varie marche, come è normale che sia.
Prova anche con il pane da tramezzini (quello senza bordo), che è ancora più umido e colloso di quello da sandwich vero e proprio (più levitato e a bolle più grandi). La siringa va benissimo, ma prova diversi diametri per vedere se bocconi più o meno generosi e compressi lavorano meglio.
Prova anche a nebulizzare un sottile velo d’acqua sulle fette di pane e ad assottigliarle con un mattarello. Poi le chiudi nella pellicola per alimenti e le metti in frigo. La mattina seguente dovresti avere delle fette più compatte e sull’amo puoi innescare più dischi. Ho fiducia che gira e rigira lo trovi il modo di farlo stare sull’amo quanto basta per sventare la rapina 😉
A proposito di pesca con il pane, ottimo il pancarrè “cuor di pane” all’olio di oliva, poi fai il dischetto con un piccolo tappo tipo quello del dentiricio
Mai provato (quello specifico da te indicato). Leggo che è da tramezzini, quindi lo immagino di tipologia molto morbida. Sono quelli che preferisco 😉