La brillatura, talvolta chiamata anche treccia, è sostanzialmente un segmento di filo doppiato e irrigidito grazie ad un attorcigliamento a spirale. L’utilizzo più frequente è nella realizzazione dei settori antitangle (antigroviglio) delle montature e in questo caso rappresenta un forma particolare di asola. Nei vari articoli del blog entreremo molto più nel dettaglio mostrandone usi e caratteristiche particolari ma in questa fase è bene limitarci alla sola realizzazione di base.
Il punto di partenza è la formazione di un’asola. Presi dunque i due capi tra pollice ed indice si inizia ruotando il filo in senso inverso (es. la mano sinistra lo ruota in senso antiorario e la mano destra fa lo stesso ma in senso orario).
Questa rotazione in senso contrario dei due capi li porta ad attorcigliarsi l’uno sull’altro a spirale lasciando comunque un’asola apicale di dimensioni variabili. Svolgendo la treccia e riavvolgendola più volte si noterà come il numero di spire per unità di lunghezza aumenta, l’asola si fa sempre più piccola ed il settore brillato diventa più rigido. Con questo metodo si regola l’ampiezza dell’asola e la rigidità della treccia.
Raggiunta la lunghezza e le caratteristiche desiderate, la brillatura viene chiusa con un classico nodo a otto. Dopo aver inumidito e serrato bene il nodo il capo rimasto libero (eccedenza) si taglia a 1–2 mm.
Abbiamo così realizzato la nostra brillatura costituita da un’asola sostenuta da un segmento di filo rigido di una certa lunghezza.
Parlando della treccia antitangle vedremo come nell’asola può essere incluso un connettore (girella, sgancio rapido) e come sia possibile realizzare trecce con materiali diversi dal nylon (es. power/feeder gum). Un utile strumento fai da te, il ferretto piombato, consente inoltre di realizzare le brillature molto più velocemente e con migliori caratteristiche quando a rigidità e linearità.