Per “spallinata” o “corona” si intende la distribuzione dei pallini di piombo sulla porzione di lenza sotto il galleggiante le cui funzioni sono sia di quella di tarare il galleggiante stesso che di conferire un determinato comportamento in acqua della lenza. Esistono numerose distribuzioni, ognuna con le proprie caratteristiche e adatta a specifiche circostanze. Si potrebbe dire che le soluzioni sono quasi infinite e ciò comporta l’impossibilità di prenderle tutte in considerazione. Il meglio che si può fare è cercare di fornire un quadro generale che aiuti a comprendere gli aspetti principali così da poter, in seguito, poter ragionare sulle tante proposte e su queste potersi confrontare al meglio. Partiamo analizzando le distribuzioni più utilizzate.
A. La spallinata regolare o “a bottoni di camicia” (strung-out pattern) consiste in un certo numero di pallini dello stesso peso posti ad una stessa distanza l’uno dall’altro (proprio come sono disposti i bottoni di una camicia). La principale funzione di questa distribuzione è quella di determinare una discesa regolare e controllata (a velocità di affondamento costante della lenza).
B. La spallinata a scalare in peso o “conica” o “a coda di topo” (standard pattern) consiste di un certo numero di pallini di peso progressivamente minore posti ad una stessa distanza (equidistanti) l’uno dall’altro. Talvolta, per via dell’equidistanza dei pallini, anche questo tipo di corona viene definita “a bottoni di camicia” ma per maggior chiarezza conviene evitare di farlo perché crea soltanto confusione (nelle camicie i bottoni sono tutti uguali). La funzione principale è quella di tagliare/contrastare la corrente (pallini più grandi e pesanti in alto) consentendo il sollevamento dell’esca durante la trattenuta (basso lenza più leggero).
C. La spallinata a scalare in distanza o “aperta” (aperta verso il terminale) consiste di un certo numero di pallini dello stesso peso posti a distanza progressivamente maggiore andando verso il terminale. Si scala cioè progressivamente la distanza andando verso l’alto. Concettualmente è simile alla precedente poiché abbiamo comunque più peso in alto (pallini più concentrati) che in basso (pallini più distanti) ma in genere è più ampia e più leggera.
D. La spallinata a scalare in peso e in distanza (tapered pattern) combina le caratteristiche delle due precedenti: pallini di peso progressivamente minore posti a distanza progressivamente maggiore andando verso il terminale. Vi è dunque un’accentuazione della morbidezza della lenza nella parte bassa. In genere sono lenze abbastanza ampie da passata che ammettono trattenute leggere, di controllo.
Nello scalare in peso la variazione può essere effettuata ogni pallino (es. n.9, n.8, n.7, …), ogni due pallini (es. n.9, n.9, n.8, n.8, n.7, n.7, …) oppure ogni tre (es. n.9, n.9, n.9, n.8, n.8, n.8, n.7, n.7, n.7, …). Nello scalare in distanza l’intervallo tra un pallino e quello successivo si riduce in genere di una stessa misura. Questa misura (insieme al numero di pallini utilizzati) determina la maggiore o minore apertura della lenza. Ipotizzando di partire da una distanza iniziale di 20 cm e scalando ogni 2 cm si otterranno intervalli progressivamente minori del tipo: 20 cm, 18 cm, 16 cm, 14 cm, ecc..
Ci sono poi distribuzioni che hanno caratteristiche diverse dalle precedenti e che è importante menzionare poiché svolgono un ruolo importante in certe situazioni. Quando si deve pescare più stabili a livello del fondo (per questioni di corrente o di abitudine dei pesci) due possibili alternative sono le lenze rovesciate oppure quelle particolarmente raggruppate.
E ‑F. La spallinata rovesciata o “chiusa” può essere realizzata con pallini tutti dello stesso peso oppure a scalare (quelli di peso maggiore rimangono comunque in alto). La distanza tra i pallini, in entrambi i casi, decresce procedendo verso il terminale. La principale funzione di questa distribuzione è quella di garantire una maggior stabilità a livello del fondo. Si tratta comunque di una lenza che rimane abbastanza morbida e che consente ancora di sollevare il basso lenza durante la trattenuta (effetto più pronunciato nella variante a scalare in peso).
G‑H. La distribuzione bulk and droppers (G) come quella con la torpilla (H) enfatizza la stabilità a livello del fondo mentre la morbidezza (se così si può definire) è limitata al breve tratto dove si trovano i pochi pallini (droppers).
Prima di concludere questa prima parte è opportuno sottolineare che:
- Le distribuzioni appena viste sono quelle più utilizzate ma ve ne sono anche altre di una certa importanza. Ne parleremo più avanti.
- Ciascuna distribuzione da origine ad un numero molto elevato di varianti.
- Non esistono lenze perfette o infallibili. Esistono soltanto lenze valide in determinate circostanze.
buongiorno ho trovato molto interessante gli schemi delle spallinate e la descrizione molto dettagliata , una domanda ‚tempo indietro nella spallinata parte 1 c’ erano anche la distribuzione dei bulk che ora non vedo più
Ciao Andrea,
forse erano sul vecchio blog? Gli articoli son stati aggiornati cercando di semplificarli un po’ perché di lenze ce n’è un’infinità e si rischia poi di presentarne più di quelle che in realtà servano.
Sicuramente le riproporrò man mano che vado avanti con gli articoli, magari inserendole in un contesto più specifico piuttosto che in una panoramica generale.
Grazie,
Franco
Buonasera, esiste una marca di pallini che ha le migliori caratteristiche in termini qualitativi ?
Io preferisco utilizzare gli inglesi della Browning, ma per la bolognese sono ottimi i Maver calibrati.