Di solito quanto si parla di pastella da innesco ci si riferisce alla pesca al colpo, con i cefali che rivestono il ruolo di assoluti protagonisti benché lo spettro di prede catturabili sia assolutamente ampio comprendendo in mare praticamente un po’ tutti gli sparidi (saraghi , orate, occhiate, salpe e boghe per citare i più frequenti). Le pastelle sono in realtà esche morbide molto utilizzate anche in acqua dolce e tra tutte le pastelle quella aglio e formaggio è senza dubbio da annoverare tra le esche universali per eccellenza (a fianco di pane e bigattini). C’è una nutrita letteratura anglosassone sulla “cheese and garlic paste” e la pesca a barbi e cavedani ma anche da noi, senza star troppo a scomodare gli inglesi, questo abbinamento di gusti fa parte di esche e pasture utilizzate, specie in inverno, per attirare i principali ciprinidi, carpe incluse. In questo articolo ci focalizzeremo, oltre che sulla ricetta, sull’impiego della pastella nella pesca a fondo e su un particolare tipo di innesco, quello “a conchiglia”.
Come preparare la pastela aglio e formaggio
In questo tipo di approccio si pesca per affinità il che, in parole povere, significa che esca e pastura sono entrambe a base formaggio. La ricetta per la pastella che vi propongo (tra le tante possibili) prevede l’uso di farina bianca, di pastura bianca al formaggio e formaggio morbido (gorgonzola dolce). Poi c’è l’aroma all’aglio che si può aggiungere come parte liquida (es. aromatizzante per la pesca), oppure come spezia in polvere (per alimenti) o come aglio pestato (fresco). Più o meno le proporzioni sono le seguenti:
- 75 gr di farina bianca
- 25 gr di pastura cefalo bianca l formaggio
- 25 gr di formaggio a pasta molle (tipo gorgonzola)
- 1 cucchiaino di aglio in polvere
- 50 ml di acqua
Gli ingredienti secchi si mescolano prima di aggiungere l’acqua. Il formaggio viene aggiunto un poco alla volta all’impasto.
Preparazione della pastella.
Le dosi sono indicative poiché a seconda del tipo di pastura bianca utilizzata l’impasto richiede più o meno acqua. Preferisco un formaggio molle poiché si incorpora molto bene e aggiunge quella quota grassa all’impasto che evita l’uso di olio. La pastura bianca ha un aroma già di per sé molto forte quindi non è il caso di sprecare altri formaggi o perdere tempo nel grattugiarne gli avanzi. L’impasto deve risultare elastico e non appiccicoso: qualora fosse necessario aggiustarlo (introducendo quota secca) preferire la pastura bianca alla farina. Una volta pronto consiglio di inserirlo in un recipiente piccolo per la sua conservazione in frigo ed il successivo trasporto sul luogo di pesca.
Come preparare i pellet da innesco aglio e formaggio
Sì, avete capito bene, i pellet e tra poco vedremo perché. Per il procedimento, fase per fase, fate riferimento all’articolo generale sui pellet self-made. Relativamente agli ingredienti:
- 1 uovo
- un cucchiaio di olio di semi
- 30 grammi di farina 00
- 70 grammi di pastura bianca al formaggio
- 1 cucchiaino di aglio in polvere
Ovviamente ricordo che sono dosi indicative: andate ad aggiustare la quota secca (pastura+farina) a seconda dell’assorbimento della quota liquida (uovo+olio) al fine di ottenere un impasto omogeneo, elastico e non appiccicoso; le pasture non sono tutte uguali come le uova possono essere più o meno grandi, sta a voi ottenere un impasto ottimale. Andremo infine a produrre dei boiled pellets (bolliti) di misura medio piccola (intorno ai 6 mm).
Preparazione dei pellets al formaggio. Una volta pronti (bolliti e asciugati) consiglio di tenerli in un contenitore insieme ad una piccola dose di pastura così che risultino leggermente “infarinati” ed acquisiscano ulteriore aroma.
L’innesco a conchiglia (the conch)
Se siete tra i più grandi appassionati di pesca con la pastella e avete studiato le decine di metodi per innescarla probabilmente vi sarete già imbattuti in quanto sto per presentarvi. La conchiglia (the conch in inglese) altro non è che il confezionamento di un innesco misto di cui la pastella forma lo strato superficiale, morbido e più facilmente incline a rilasciare aromi, mentre un pellet duro o semiduro forma il cuore interno, con funzione sia di esca che di “paste stop” (sistema di “blocco” della pastella).
Questo innesco che personalmente considero eccezionale ha diversi pregi quando parliamo di pesca a fondo:
- Possibilità di innescare la pastella su hair irg
- Possibilità di lanciare l’innesco di pastella a qualsiasi distanza
- Se per qualche ragione (per lo più in mare) lo strato di pastella viene consumato, l’innesco è ancora valido per la presenza del cuore al pellet
- Maggior attrattiva (la pastella rilascia aromi più facilmente del pellet e la sua consistenza morbida è più invitante)
Innesco classico (simil boilie)
Innesco più tipicamente da fiume ma dai buoni risultati anche in mare (evita allamature più profonde e di pesci più piccoli). Il risultato è quello di una sorta di boilie sferica. Si tratta di un innesco di un certo peso e quindi da non proporre su fondali molli. Alcuni pescatori sostituiscono il cuore di pellet con un pezzetto di sughero e così l’innesco si alleggerisce di molto fino a nuralizzarsi se non addirittura divenire pop-up.
Innesco “da mare”
Qui l’amo viene fatto passare tra pellet e bait band al fine di ottenere un innesco dove il pettet è fermato a stretto contatto con la curvatura dell’amo.
Andiamo poi a ricoprire di pastella sia l’amo che il pellet realizzando la classica pera. Come potete notare viene lasciata fuori la punta dell’amo, unica porzione visibile. Si tratta di un innesco per pesci che mordono, valido anche in fiume ma per lo più utilizzato in mare.
Montature e pasture
Trattandosi di una pesca “di affinità” questa pastella si associa a pasture chiare con base formaggio al 100% o in mix al 50%. Alcuni esempi sono:
- Cefalo bianca 100%
- Liquidised bread + cefalo bianca al 50%
- Fondo mare + cefalo bianca al 50%
- Fondo fiume al formaggio al 100%
Relativamente alle montature io preferisco il running rig o l’heli rig a terminale medio-corto per un approccio in cui l’esca lavori in prossimità della pastura. Questa impostazione richiede l’assenza di corrente o al massimo una corrente lenta. Dovete infatti considerare che l’innesco è abbastanza pesante e il terminale fatica a stendersi mentre la pastura, se la corrente è importante, finisce per essere spinta più velocemente e più lontano. Ottimo quindi in mare e in condizioni di calma in fiume, specie se l’approccio è di tipo marginale.
Suggerimenti
Sul luogo di pesca potete sempre modificare la pastella aggiungendo un po’ di pastura. Ad esempio l’introduzione di una piccola quota di cavedano rossa (utilizzata nel feeder) incrementa l’aroma al formaggio e fa cambiare colore all’impasto.
Un’opzione da prendere in considerazione quando si hanno pasture simili (in questo caso base formaggio) ma differenti per colore e granulometria. Ovviamente nessuno vieta di modificare la pastella sul posto anche radicalmente introducendo ad esempio piccole quantità di farina di pesce o krill. Talvolta questi cambiamenti possono risolvere situazioni difficili.
Direi ottimo articolo se non altro da evidenziare alcune cose, in primis l’uso dell’uovo secondo me è indicato anche per la creazione della pastella invece dell’acqua perchè costribuisce ad aumentarne l’attrattività a causa del suo profilo aminoacidico, se non altro eliminandone la parte del tuorlo ed usando solo le chiare.…questo perchè come ben sappiamo alcune specie di cefali vanno pazze per il colore bianco, per cui da valutarne anche l’aggiunta di eventuale colorante così da esaltarne tale colorazione…io di solito bilancio la farina con un noto inerte il quale mi consente di risparmiare sul prodotto e di dare una colorazione bianchissima oltre ad aumentarne il peso specifico cosa essenziale in acque correnti dove la permanenza sul fondale gioca un ruolo rilevante cosi come per le pasture .…ovvio.
Ottime osservazioni. Il capitolo relativo alle pastelle è molto ampio potendone produrre davvero di svariati tipi. Ho scelto una delle ricette più semplici per venire incontro essenzialmente a due necessità: facilità di preparazione e conservazione. A tal proposito il colore bianco e il profilo amminoacidico potrebbero essere incrementati anche aggiungendo del latte in polvere, come la farina anziché utilizzata cruda potrebbe essere preventivamente cotta a produrre una sorta di besciamella. Infine la chiara dell’uovo, come tu dici, è un altro ingrediente importante che si può introdurre se si prevede di consumare la pastella nel breve arco di tempo.
Se poi proprio si mira alla conservazione e non si vuol perdere tempo (al che di questo articolo rimanerebbe solo il tipo di innesco) vi sono sia pellets al formaggio e pastelle commerciali in grado di dare buoni risultati. Giusto per accennare anche ad un altra soluzione benché il fai da te in questo campo è, a mio modo di vedere, da preferire.
Buonasera complimenti per il blog,volevo chiedere quanto si possono conservare i pellet una volta prodotti? Grazie…
Ciao,
dipende dal tipo di pellet, da come viene prodotto e dagli ingredienti.
I pellet cotti al microonde sono “secchi” e hanno una conservazione molto lunga, anche fuori dal frigo e a temperatura ambiente. Quelli bolliti o al vapore sono più umidi ed è bene conservarli in frigo.
Essendo a base di pasture ed additivi commerciali hanno già dei conservanti al loro interno. Comunque diciamo che quelli in frigo si possono conservare per alcune settimane se fatti asciugare bene (dopo averli cotti) e posti in un contenitore asciutto. Io ne ho utilizzati alcuni tipi (cotti al vapore) anche dopo due mesi ed erano perfetti. Ma inutile esagerare con la conservazione visto che si preparano molto velocemente.
A presto,
F.