La pesca con il galleggiante scorrevole tipicamente si effettua negli spot in cui la profondità dell’acqua supera la lunghezza della canna e di solito il peso in lenza deve essere sufficiente a farla scendere adeguatamente. C’è dunque un peso minimo necessario da applicare. Il peso dipende essenzialmente da due fattori: il tipo di pasturazione e la profondità di pesca.
In questo articolo, dedicato alla pesca all’inglese dalla scogliera naturale, la pasturazione sarà a fiondate di bigattini sfusi (non incollati) e la profondità media di 6 metri.
Vedremo il particolare setup della lenza, una montatura molto leggera capace di combinare tre aspetti essenziali per questo approccio: naturalezza dell’innesco, pesca inizialmente in calata ed infine stazionaria sul fondo.
Prima di tutto: la dinamica della pastura
In ogni tecnica che prevede una pasturazione, se non si comprende bene la dinamica della pastura si rischia di pescarne fuori. Trattandosi qui di bigattini sfusi dobbiamo stimare la velocità di affondamento che purtroppo varia a seconda del tipo di bigattino (giovane, vecchio, sgrassato o meno), del tipo di acqua (dolce o salata) e della presenza di eventuali correnti. Con tutte queste variabili è abbastanza inutile perdersi in misurazioni precise e dunque ci affidiamo ad una media di 1 metro ogni 30 secondi. Così stimiamo che in condizioni di calma assoluta, per raggiungere un fondale di 6 metri il bigattino impiega circa 3 minuti.
La situazione di mare leggermente formato con corrente di riflusso.
Quanto e come pasturare
Abbiamo già avuto modo di parlare di pesca all’inglese da scogliera naturale. Nel precedente articolo (che trovate qui) l’approccio è diverso, con galleggiante fisso e di molto sollevati dal fondo (quasi a mezz’acqua). In questa diversa interpretazione, nonostante le molte similitudini, la pesca è solo nella prima fase in calata per poi diventare stazionaria leggermente sollevati (un palmo circa) se non addirittura appoggiati sul fondo. Ne viene che la pasturazione è differente poiché dobbiamo assicurarci che le larve arrivino e si depositino sul fondale. Sostanzialmente in questo caso si tratta di fiondare un maggior numero di larve ad intervalli di circa 5 minuti tra una fiondata e l’altra. Frequenza e quantità vanno chiaramente adattate alla situazione ma quanto suggerito è un buon punto di partenza.
La montatura con il galleggiante inglese scorrevole
La struttura di base prevede, partendo dall’alto in basso: nodo di stop, perlina, girella con moschettone (per l’attacco del galleggiante inglese), uno/due stopper in gomma, piombatura (AAA+n.4 ossia 0.80+0.20 gr) e asola per la connessione al terminale. La lenza madre è uno 0.16–0.18 mentre il terminale è uno 0.10 con un amo del n.18 (piccolo, che permetta l’innesco anche del bigattino singolo). La lunghezza del terminale è circa due metri. La connessione è ovviamente del tipo asola-asola, senza girelle o attacchi rapidi.
Vi chiederete il perché degli stopper in gomma sopra la piombatura: servono a distanziarla dal galleggiante, che viene spostato in alto di circa un altro paio di metri. Ne risulta una sorta di lenza a tutta canna e il nodo di stop viene posizionato a monte del galleggiante per un tratto sufficiente a raggiungere il fondo. Con questa lenza di fatto il tratto scorrevole viene ridotto al minimo necessario e ciò consente un controllo più preciso e rapido del galleggiante. La lanciabilità sulla corta distanza è ottima, si tratta solo di prenderci la mano.
Altre osservazioni: pescando su una scogliera a picco, sollevati dal mare, la lenza quasi a tutta canna consente di guadinare il pesce perfettamente, proprio per il fatto che ci troviamo più in alto. Se pescassimo più in basso la lenza sarebbe uguale solo che abbasseremmo gli stopper in gomma per avere più margine per guadinare il pesce. Altra considerazione riguarda la canna che deve essere abbastanza lunga, di 14 o 15 piedi (4.20–4.50 metri).
Azione di pesca
Osserviamo la presenza di eventuali correnti. In situazioni di calma assoluta e mare ad olio pasturiamo sul galleggiante (nel senso che punto di ingresso della pastura e posizione della lenza coincidono). In caso di corrente di riflusso pasturiamo più corti poiché i bigattini saranno spinti un po’ più a largo dalla corrente durante la discesa. Sono valutazioni da fare sul posto e in base anche alla risposta dei pesci. Considerando una profondità media di 6 metri, come partenza, un fondello abbastanza pieno di bigattini ogni 5 minuti è un buon inizio.
Alla prima fiondata segue il lancio, portando la lenza sopra la rosata in caso di mare ad olio o più a valle in caso di corrente di riflusso.
La lenza cala lentamente (ricordiamo che abbiamo un solo grammo in peso) e lo fa in due fasi: una prima calata relativamente più rapida e ampia, finché il piombo non raggiunge lo stato stazionario ed una calata più lenta e di minor ampiezza che è quella del solo terminale privo di piombo che va verso il fondo. Lo schema sopra, per quanto molto semplificato, dovrebbe rendere bene l’idea.
Nella fase stazionaria la piombatura raccolta, per quanto leggera, stabilizza bene la lenza mentre il terminale lungo a svolazzo è libero di muoversi garantendo la necessaria naturalezza dell’innesco (uno o massimo due bigattini).
Personalmente pasturo e lancio ogni 5 minuti così da intercettare alcuni pesci in calata (di solito si tratta di occhiate e saraghi di taglia minore) e poi sostare un po’ sul fondo. In caso non vi sia risposta si può lasciare la lenza in mare anche per un tempo doppio, ricordando però di pasturare sempre ogni 5 minuti.
Gli sparidi sono l’obiettivo principale, quindi generalmente occhiate, saraghi, orate, salpe e tanute (dipende dallo spot e dalla prevalenza percentuale). La spigola può essere una cattura tutt’altro che eccezionale ma si tratta di un pesce che in scogliera ha un comportamento particolare, molto legato alla stagione, alle condizioni meteo-marine, a particolari orari, mentre gli sparidi sono più costanti come abitudini. Di solito i momenti migliori sono il mattino, dall’alba fino a un paio d’ore dopo il sorgere del sole, e la sera, da un paio d’ore prima del tramonto alla scomparsa completa del sole. Con il buio, personalmente, ritengo la pesca al colpo in prossimità del fondo meno produttiva. Nel caso vogliate provare mettete in conto di alzarvi, riducendo il fondo, per una pesca un po’ più sollevati, riducendo la pasturazione (più frequente e con poche larve alla volta).
La comodità di questa montatura è che può essere facilmente “rivoluzionata” spostando gli elementi mobili (pallini di piombo, stopper in gomma e nodo di stop) fino a trasformarla nella forma più classica, con galleggiante fisso e lungo svolazzo privo di piombo, anche fino a quasi 4 metri. Una soluzione da non sottovalutare al crepuscolo, se si vuol tentare la sorte con qualche spigola subito sotto riva.
Ciao Franco, sono sempre interessanti i tuoi articoli. Una domanda: nella pesca all’inglese scorrevole ( magari di poco) preferisci pescare con galleggianti piombati o con galleggianti spiombati mettendo tutto il piombo sulla lenza? Ho visto che mettendo il piombo sulla lenza la stessa rimane molto più tesa e meno suscettibile alle correnti, in parole povere il filo tra canna e galleggiante rimane più teso e questo migliora molto l’azione di pesca. Per esempio vedo avvolte consigliare montature scorrevoli per esempio con 10 gr totali usando magari un galleggiante piombato da 8 e un pallettone da 2 … non converrebbe invece usare un galleggiante spiombato e un pallettone da 10? La lenza rimarrebbe più tesa i lanci con meno garbugli perché ci sono meno contrappesi , e’ vero che l’esca con 10 gr di pallettone scenderebbe velocissima, ma anche con il pallettone da 2 avrebbe una discesa veloce e poco adescante …e allora non varrebbe la pena di spostare tutto il piombo sulla lenza? Grazie
Ciao Andrea,
l’approccio descritto in questo articolo è particolare perché desidera ottenere l’effetto descritto della calata lenta in due fasi. Ovviamente una lenza così leggera e lenta è poco responsiva per il motivo che hai detto. Per questo è importante, dopo il lancio, stenderla bene recuperando il galleggiante per un tratto almeno pari a tutta la lenza (in sostanza lanciamo 6 metri più a valle del punto in cui vogliamo pescare e poi recuperiamo).
Le correnti: è una lenza da mare calmo o con leggera corrente di riflusso e per profondità non eccessive. Il bigattino più o meno si comporta, in certi punti della colonna d’acqua, come quelli sfusi. Il senso è intercettare i pesci lungo tutta la colonna (quindi eventualmente anche spigole a mezz’acqua).
L’approccio che descrivi tu è abbastanza classico e con un pallettone la lenza scende subito con una pesca che si orienta prevalentemente sul fondo o in prossimità di questo. A quel punto nutro dei dubbi anche sul bigattino sfuso, preferendo semmai un incollaggio leggero, con arabica (insieme o meno ad una piccola quantità di destrina… dipende).
Relativamente al galleggiante totalmente spiombato ti direi di no, semmai preferisco un bodied a dischi poiché se togli peso alla base del galleggiante tende a sbandierare troppo e la lanciabilità (ottima degli inglesi) viene un po’ compromessa. Quindi ipotizzando un 10 grammi regolabile puoi fare anche 7+3 (dipende dal galleggiante e dai dischi che ha) ma secondo me è preferibile avere più peso alla base che in lenza. Io quando lo spot diventa complesso per via della profondità cambio tecnica, preferendo la bolognese con pasturatore (se devo stare col feeder sollevato dal fondo) se non addirittura il feeder stesso (pesca a fondo per intenderci).
A presto!
Ciao Franco, sempre bello e appassionante leggere i tuoi articoli per sperimentare e mettersi in discussione con nuovi approci.
Quando cerco di pescare con lo scorrevole cozzo sempre con il dubbio se la piombatura sia sufficiente per far scorrere il filo correttamente e come in pesca essere sicuro che lo stia facendo.
In questo caso si ha a disposizione 1 solo grammo. Quando uso 1 grammo per qualche sbaglio che probabilmente faccio nel set up della montatura su un filo 0.16 il filo non scorre mai e punto sempre quindi a un minimo di 2 grammi totali tra attiva e passiva.
In questo approccio che spieghi Il fatto di tenere il filo a “tutta canna” garantisce una discesa e pesca in calata sicura fino ai 4 m, ma se necessario pescare fino ai 6 m o se uno ha una canna un po più corta e risulta importante far scorrere il filo ti sono mai capitati i miei dubbi? e cosa puntare principalmente per risolverli?
Un caro saluto
Ciao Giovanni,
partiamo dalla verifica. Trattandosi di una scogliera a picco è abbastanza semplice, basta fare un nodo di stop con un filo da legature colorato (rosso, fluo). Portando il galleggiante quasi sotto riva si vede il nodo muoversi sulla superficie dell’acqua sino a raggiungere il galleggiante durante l’affondamento della lenza. Se il filo non scorre il nodo rimane sulla superficie dell’acqua.
Ora occupiamoci del perché un solo grammo riesce comunque a raggiungere il fondo: per via della brevità e della larghezza del tratto entro cui la lenza scorre. A differenza dei galleggianti da bolognese scorrevoli, il cui tratto è solitamente lungo e stretto, nell’inglese usiamo una semplice girella con moschettone (anello largo) o un connettore come quello in foto, il cui foro è comunque molto largo e breve. A monte c’è una perlina, ma anche quella offre poca resistenza.
Io uso uno 0.18 come lenza madre ma si può tranquillamente scendere anche ad uno 0.16–0.165 (misura minima per l’inglese, che aggiungo all’articolo per chiarezza).
Infine il perché dell’uso del “peso minimo sufficiente”: per fare calare la lenza, nella parte piombata (area rossa del grafico) il più lentamente possibile; è il tipo di approccio scelto che è così, ma nulla vieta di aggiungere peso, anche se due grammi iniziano a scendere con una certa velocità.
Accorgimenti? La perlina. Che abbia il foro il più largo possibile, appena inferiore del diametro del nodo, così che non faccia resistenza sul filo ma ovviamente che si fermi in prossimità del nodo senza incastrarcisi. Io utilizzo perline da bigiotteria, costano nulla e ci sono di tutti i tipi.
Fammi sapere se è chiaro e se ci sono altri dubbi se ne parla 😉
A presto!
Grazie credo ora di aver capito dove sbaglio, uso delle girelle che hanno un apertura troppo stretta che ne limitano lo scorrimento ma appena tornero in pesca lo verifico. Invece la perlina a monte perché la usi? Leggendo i tuoi articoli sull’inglese generalmente mi è sembrato che non la usavi mai. Un saluto
Ciao Giovanni, gli aritcoli cui ti riferisci probabilmente trattavano l’approccio con galleggiante fisso. Ogni volta che invece c’è lo scorrevole c’è anche la microperlina. Vedi qua:
La microperlina è fondamentale poiché altrimenti il nodo di stop passerebbe attraverso l’occhiello della girella nella montatura scorrevole.
Come dicevo prima io uso perline da bigiotteria per dei motivi pratici: sono affondanti, ve ne sono di tantissimi tipi (rapporto diametro esterno e diametro interno), costano pochissimo.
La perlina ideale ha un diametro esterno grande abbastanza da fermare la girella ed un diametro interno tale da fermarsi a livello del nodo di stop ma al contempo facendo scorrere bene la lenza madre.
Le tengo, miste, in un contenitore da pallini di piombo così ne ho sempre a disposizione di diverse tipologie e colori 😉
A presto,
Franco
Grande Franco sono veramente felisiccimo di leggerti! Sei un pozzo di conoscenza per noi amanti della pesca!
Complimenti per l’articolo come sempre più che esauriente e completo. Mi piacerebbe un articolo anche per la pesca all’inglese dalla spiaggia che, per quelli come me con difficoltà di deambulazione, rappresenta (scusa la ripetizione) .….….…… l’ultima spiaggia. Un saluto.
Ciao Elio,
Lo farò con grande piacere. L’unico problema è che le spiagge sono spot particolari… alte, basse, sabbiose, ciottolose, a fondale misto, con foce, senza foce e via dicendo. Quasi per ognuna di queste c’è un approccio diverso. Magari fammi sapere qualcosa su quelle che frequenti maggiormente così vedo se ne trovo una simile.
A presto 😉
Ciao Franco, grazie per la tempestività e la completezza della risposta . Purtroppo l’unica spiaggia che posso frequentare si trova a Torregrande (frazione di Oristano) davanti casa mia, è lunga all’incirca 4 km se non di più. Il fondale è esclusivamente sabbioso e degrada molto lentamente (a 20 metri dal bagnasciuga ci sono appena 2 metri d’acqua). Questo è ciò che passa il convento! In attesa di leggere come sempre i tuoi nuovi articoli sempre precisi e dettagliati, dai quali attingo preziose informazioni e consigli, ti auguro un buon lavoro.
Ciao Elio,
ho controllato la spiaggia e visto qualche video per capire un po’ come la si potrebbe affrontare all’inglese (che era l’oggetto della tua domanda). Ho notato (in un video di Roberto Accardi) che le oratelle mangiano anche a breve distanza su basso fondale. Se ti interessa per curiosità il video è questo: Con Roberto Accardi in diretta dalla spiaggia di Torre Grande Oristano
Parlando di inglese c’è da considerare la pasturazione poiché sulle spiagge a basso fondale è problematica se effettuata a fionda (più di tanto i bigattini sfusi non vanno lontani). Le soluzioni sono dunque due:
Le spiagge che frequento io sono molto diverse ma forse ce ne sono un paio in cui posso provare con questo approccio. Mi preparo e come torno all’Isola d’Elba faccio un paio di uscite e vediamo se riesco a scriverci l’articolo.
A presto!
Finalmente sono riuscito a leggere la tua risposta. Grazie veramente. Alla prossima coi tuoi preziosi consigli.
Anzitutto complimenti per l’articolo preciso ed esauriente come sempre, poi vorrei chiederti se l’uso di un pasturatore in line o agganciato a una girella con moschettone possa facilitare la pasturazione anche su profondità non elevatissime come nel caso riportato nell’articolo (6 metri). Complimenti ancora e buona giornata. Giampiero
Ciao Gianpiero, assolutamente sì tanto che sulla stessa scogliera ci “sfidiamo” con entrambi gli approcci però… La pesca con il pasturatore inline o derivato porta la lenza subito sul fondo e si perde la calata. È una pesca tipicamente orientata ai grufolatori o a pesci come le occhiate; è molto difficile che una calata così rapida possa interessare pesci di mezz’acqua come le spigole. Infatti alcuni amici, sempre nella stessa zona (benché su un tratto a profondità minore) utilizzano il galleggiante inglese con il pasturatore incorporato. Si tratta di una lenza che tuttavia, come puoi immaginare, rilascia bigattini in superficie e infatti qualche spigola esce. Io qui ho cercato un compromesso tra le due: sfruttare una calata relativamente lenta e poi la fase stazionaria sul fondo.
Insomma stesso spot e ben tre approcci al colpo diversi… quando siamo in più persone è molto interessante notare le differenze!
A presto 😉
È sempre un piacere leggerti Franco! In attesa dell’ebook 😍
Grazie Alessandro. L’e-book è in preparazione, pensavo più ad una serie di mini-guide, così da frazionare gli argomenti e rendere la lettura più leggera, perché le basi le abbiamo qui sul blog e sarebbe una ripetizione mentre potrebbe risultare interessante proporre alcuni argomenti scelti e particolari.
Ho alcune idee, vediamo di metterle in pratica! A presto 😉
Ciao, hai mai optato per questo tipo di pesca con alta profondita’ ad usare le bustine in PVA per la pastura? Potrebbero essere una soluzione anche per il mare?
Ciao Rosario,
dunque… se la profondità diventa “alta” questa montatura non va benissimo perché impiega toppo tempo per raggiungere il fondo. Ho infatti specificato la profondità di pesca, i 6 metri, poiché andando oltre va ripensato tutto il setup. Vi sono scogliere qui all’Elba che hanno profondità di 8, 10, anche 15 metri. In quel caso tutti, senza eccezione, optiamo per la bolo con il pasturatore. Un galleggiante dai 15 grammi in su e pasturatori di peso conseguente, così da scendere subito sul fondo e far cadere i bigattini a pioggia proprio sull’amo. I sacchetti in PVA rilasciano il contenuto in zona ma devi considerare che nella pesca al colpo il galleggiante e la lenza si spostano per via delle correnti. Quindi finisce che, probabilmente, il sacchetto rilascia la pastura in un punto e tu peschi in un altro. Mentre con il pasturatore il rilascio segue la traiettoria della lenza.
I sacchetti in PVA possono essere una soluzione interessante in particolari scenari, nella pesca a fondo in spot in cui simulare un approccio in stile carp fishing, prevalentemente orientato a sparidi con saraghi e orate. Per la pesca al colpo non credo siano la soluzione migliore.
A presto!
come sempre articoli dettagliati e molto chiari, ho in archivio tutti i tuoi consigli su tutti i tipi di pesca grazie
Grazie Roberto, mi fa molto piacere.