La treccia antitangle (antigroviglio) è un classico in molte discipline di pesca sia a fondo che al colpo. In alcuni casi viene realizzata direttamente sulla lenza madre (es. nel feeder con montatura running rig) in altri si configura come un vero e proprio settore a sé stante (es. nella pesca all’inglese). Si tratta sostanzialmente di una brillatura (twisted loop) all’interno della quale vengono inclusi dei connettori (girelle, sganci rapidi, microganci). In questo articolo vedremo come realizzarla e con quali materiali.
La brillatura “diretta”
Parliamo di brillatura diretta quando questa viene realizzata sulla lenza madre e ne rappresenta dunque la sua continuazione. Il caso forse più emblematico è nella costruzione del running rig con brillatura, una delle montature più utilizzate nella pesca a legering e feeder.
Fasi principali della realizzazione del running rig con brillatura.
Per realizzare questa montatura procediamo come segue:
- Inseriamo una girella con moschettone sulla lenza madre.
- Inseriamo due stopper in gomma.
- Brilliamo la lenza madre per una lunghezza variabile (a seconda di quanto vogliamo lunga la treccia antitangle).
- Chiudiamo la brillatura con un nodo a otto a doppia spira (leggermente più grande, una volta serrato, del classico nodo a otto).
- Portiamo gli stopper di gomma in battuta sul nodo.
In questo caso la treccia antitangle termina con un’asola. La connessione al terminale può avvenire direttamente (loop to loop) o tramite un microgancio.
Microgancio applicato all’asola della brillatura.
Il microgancio è un ottimo connettore di cui si parla poco. È molto leggero e lo si può applicare e rimuovere in qualsiasi momento, inoltre evita la strozzatura tipica del collegamento asola sola. Se tuttavia si desidera inserire nella treccia uno sgancio rapido (quick change swivel) o una comune girella basta includerla nell’asola prima di iniziare a brillare il filo.
Alternativa al microgancio: sgancio rapido incluso nell’asola della brillatura.
Gli sganci rapidi sono delle particolari girelle e quindi presentano, rispetto al microgancio, possibilità di rotazione; pesano leggermente di più ed essendo inclusi nell’asola non sono removibili. La scelta della modalità di connessione al terminale dipende dalle esigenze del pescatore.
Il settore a sé stante
Una treccia antitangle può rappresentare un vero e proprio settore a sé stante che viene connesso con un capo (testa, a monte) alla lenza madre e l’altro (coda, a valle) al terminale. Qui il caso più emblematico è rappresentato dalla treccia che utilizziamo talvolta nella pesca all’inglese. Esistono tanti modi per realizzarla ma ve li risparmierò puntando all’estrema semplicità per poi eventualmente presentarne altre in ambiti specifici.
Per la treccia in Nylon utilizziamo un mono da 0.35 mm ed un piccolo segmento di tubo termorestringente da 1 mm. Andremo a realizzare due brillature adiacenti, una molto corta ed una lunga quasi quanto tutta le treccia. La finalità è avere una treccia che termina ai due capi con due asole identiche. Ricordo che alle due asole possono essere applicati, come visto prima, dei microganci oppure vi si può includere qualsiasi connettore ad anello (microgirella, sgancio rapido, ecc.).
Fasi principali della realizzazione della treccia di nylon.
Per realizzare questa treccia procediamo come segue:
- Ad un capo del nylon dello 0.35 realizziamo una brillatura di 3 cm che chiudiamo con un nodo a otto.
- Brilliamo l’altro capo fino a superare il nodo a otto della precedente brillatura.
- Chiudiamo con un nuovo nodo a otto circa 1 cm sotto il precedente (le due brillature, una volta chiuse risultano dunque separate da 1 cm di monofilo singolo, non brillato).
- Utilizzando un ago da innesco uncinato facciamo passare un segmento di termorestringente da 1mm sulla treccia fino a coprire i due nodi a otto ed il segmento di mono che li separa.
- Con una pistola termica (ad aria calda) scaldiamo il termorestringente fino a farlo aderire alla treccia e ai nodi.
Otteniamo così una treccia perfetta, rigida, senza punti di appiglio. Il capo a monte, in qualsiasi montatura venga utilizzata è quello dotato di guaina. Su queste trecce c’è chi applica del cianoacrilato (su tutta la loro lunghezza) per aumentarne la rigidità. Solitamente non lo faccio ma è un’opzione che potete prendere in considerazione.
Treccia di nylon usata come settore antitangle nell’Heli Rig.
La treccia in power/feeder gum è simile alla precedente ma ha anche funzione di settore ammortizzante. Si utilizza un feeder/power gum che abbia un libbraggio (carico di rottura in libbre) superiore a quello del terminale ma inferiore a quello della lenza madre. È da prendere in considerazione in particolari contesti e in genere quando si usano terminali molto sottili e dal carico di rottura di molto inferiore a quello della lenza madre e la funzione ammortizzante risulta ovviamente utile a non far gravare troppo sul finale la tensione durante il recupero del pesce.
Feeder gum Drennan.
Oltre che nella pesca all’inglese le trecce in feeder/power gum si applicano anche alla pesca a fondo ma il mio consiglio è di inserirle in montatura solo quando strettamente necessarie. Il sistema pescante (canna, mulinello, lenza madre e terminale) deve sempre essere in perfetto equilibrio elastico, il che significa che la tensione deve potersi distribuire in maniera progressiva lungo tutto il sistema. Quando è così non sono necessari sistemi ammortizzanti supplementari. Il problema si pone quando questa elasticità non è progressiva e si verifica un salto brusco.
Mettiamo ad esempio il caso che per ragioni di distanza si debbano utilizzare canne un po’ più performanti in termini di lancio e lenze madri più generose mentre per il tipo di approccio sia comunque necessario avere in montatura terminali particolarmente sottili. Questa situazione è più frequente nella pesca all’inglese rispetto a quella a fondo e se la differenza in elasticità e carico di rottura tra lenza madre e terminale è elevata potrebbero insorgere problemi che la canna e il mulinello (intendendo con questo la frizione) non riescono a risolvere nell’immediato. Qui avere un settore elastico supplementare può aiutare molto nel tenere a bada fughe improvvise e violente di pesci di una certa taglia, specialmente in mare.
Fasi principali della realizzazione della treccia in feeder/power gum.
Per realizzare questa treccia procediamo come segue:
- Dopo aver doppiato il feeder/power gum per tutta la sua lunghezza realizziamo un’asola ed iniziamo a brillare.
- A circa metà brillatura inseriamo una girella in uno dei capi liberi e continuiamo a brillare sopra in modo che la girella rimanga inclusa nella treccia.
- Al termine dell’intera brillatura chiudiamo la treccia con un nodo a 8 ben serrato (consiglio una piccola goccia di cianoacrilato sul nodo).
- Portiamo la girella inclusa nella treccia in battuta sul nodo.
- Con un ago da innesco facciamo scorrere sulla treccia un piccolo tubetto in silicone e lo applichiamo sul nodo e sul primo anello della girella (serve ad irrigidire la connessione ed eliminare punti di appiglio).
- All’asola della brillatura, dall’altro capo, inseriamo un microgancio (se volete un altro connettore ricordatevi di includerlo nell’asola all’inizio).
Otteniamo così una treccia elastica con due connettori: girella a monte e microgancio (o altro connettore) a valle per il terminale. Più avanti parleremo di approcci e montature che prevedono la presenza di trecce e ammortizzatori; per adesso è fondamentale sapere di che si tratta e come costruirli.
Le trecce si conservano in tubo rigido così da evitare che possano piegarsi.